Casalasco di Felegara, la proprietà annuncia la chiusura: i lavoratori protestano ai cancelli
L'azienda ha annunciato l'intenzione di chiudere lo stabilimento, dove lavorano 140 dipendenti tra fissi e tempi determinati ed ha iniziato ieri lo smantellamento di alcuni macchinari
Ex-Boschi di Felegara, oggi Casalasco. "L'azienda -denunciano Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil di Parma- ha annunciato alle Organizzazioni Sindacali l'intenzione di chiudere lo stabilimento, 140 dipendenti tra fissi e tempi determinati. Di fronte alla netta contrarietà dei rappresentanti dei lavoratori si era concordato un ulteriore incontro ai primi di giugno per approfondire la situazione e verificare ogni alternativa possibile. L'azienda tuttavia ha iniziato ieri lo smantellamento di alcuni macchinari causando l'mmediata protesta dei lavoratori che hanno manifestato al pomeriggio davanti ai cancelli".
Il comunicato della Cgil
Questa mattina il nutrito presidio raccolto davanti ai cancelli dell'ex Boschi di Felegara ha ribadito la volontà espressa dai sindacati al tavolo di trattativa di non accettare la chiusura dello stabilimento. Sono venuti a portare i loro saluti Paolo Bianchi, sindaco di Medesano, rappresentanti della giunta comunale, Giuseppe Romanini assessore Provinciale, Massimo Bussandri segretario generale della Cgil di Parma e tanti semplici cittadini. Il Consorzio Casalasco del Pomodoro ha preannunciato la volontà di cessare le attività a Felegara, stabilimento che occupa 140 addetti tra fissi e stagionali, ma le Parti si erano accordate sul proseguire le trattative per verificare ogni possibilità alternativa.
Tuttavia contrariamente agli impegni presi l'azienda ha iniziato ieri a smontare una parte dei macchinari causando il presidio dei
lavoratori. Lo stabilimento di Felegara è storica fonte di lavoro per tutta la zona e la sua chiusura sarebbe un grave impoverimento del territorio. Per questi motivi le OO.SS., assieme a Rsu e lavoratori continueranno a cercare soluzioni alternative e invitano le Istituzioni locali ad attivarsi urgentemente per convocare il Tavolo di Crisi.