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Cronaca

Mancano i fondi: Cepdi a rischio chiusura. L'appello per 'salvarlo'

Il Cepdi, il Centro provinciale per l'integrazione scolastica, lavorativa e sociale, è a rischio, a causa della mancata erogazione dei fondi da parte dello Stato alla Provincia di Parma. Il presidente del Centro Danilo Amadei lancia un appello perchè il Cepdi possa continuare a vivere

Il Cepdi, il Centro provinciale per l'integrazione scolastica, lavorativa e sociale, è a rischio, a causa della mancata erogazione dei fondi da parte dello Stato alla Provincia di Parma. Il presidente del Centro Danilo Amadei lancia un appello perchè il Cepdi possa continuare a vivere. 

L'APPELLO. Il Centro provinciale di documentazione per l’integrazione scolastica, lavorativa e sociale ha 18 anni. E’ stato fortemente voluto da Enti pubblici, Associazioni, Fondazioni e realtà del terzo settore della nostra provincia per potenziare la cultura dell’integrazione come diritto di tutti, come realtà che fa bene a tutti, per valorizzare la cultura della diversità come risorsa di ogni comunitàNegli anni il Cepdi è andato crescendo sviluppando una biblioteca ed una mediateca specializzata tra le più importanti del nostro Paese, inserita nel sistema bibliotecario nazionale, con quasi 7000 tra libri e supporti della mediateca, con oltre 2200 iscritti; diventando uno dei promotori della Rete regionale dei centri di documentazione; svolgendo numerose attività di formazione come centro accreditato dal Miurpartecipando attivamente ai piani di zona della nostra provincia.

Dal 2006, su richiesta della Provincia e del Comune di Parma, dell’Azienda sanitaria locale e dell’allora Provveditorato agli studi, ha attivato il “Progetto nuove tecnologie per l’integrazione” subentrando al Cepis, gestito in precedenza dalla Provincia con il contributo degli altri enti, e attrezzandosi con personale e strumentazione adeguata per la sua gestione. Accordi di programma triennali, rinnovati per tre volte, hanno fissato le linee di programmazione, definito i compiti e garantito risorse al Centro. Gli esiti del lavoro sono stati molto apprezzati oltre che dai sottoscrittori dell’accordo, da scuole, operatori educativi e sociali, famiglie e persone con difficoltà di apprendimento e i numeri informano di quasi 900 persone (per oltre 2500 interventi) che hanno usufruito dei servizi del Centro, senza contare tutte le attività di informazione, formazione e documentazione e le strumentazioni e i software acquistati. 

La settimana scorsa dalla Provincia di Parma è arrivata la comunicazione ufficiale dell’impossibilità di erogare i fondi garantiti in precedenza, come impegno sottoscritto nell’accordo di programma, a causa di mancati trasferimenti dallo Stato e di obblighi di legge. Ora ci troviamo nella condizione di non avere risorse sufficienti per pagare il personale specializzato assunto e formato per realizzare il progetto nuove tecnologie, al quale cautelativamente abbiamo già chiesto di ridurre parte delle ore di lavoro dal 1° luglio. Le domande che poniamo alle persone in indirizzo, con ruoli importantissimi nelle nostre Istituzioni democratiche, sono: “Com’è possibile che nelle decisioni che riguardano enti pubblici come le Province non si pensi alle conseguenze che ricadono sui cittadini e sui lavoratori?” Come può un ente pubblico non onorare più degli impegni che ha sottoscritto e che, nello specifico, riguardano soggetti con disabilità, le loro famiglie e i lavoratori ?”.

“A chi saranno assegnate le funzioni che sono state tolte alle Province e chi deve subentrare negli impegni da esse sottoscritti?”. “Come è possibile tutelare oltre ai servizi i lavoratori che in essi lavorano in caso di mancato rispetto degli accordi da parte di un’Istituzione pubblica?”. Chiediamo a tutte le persone in indirizzo, diverse delle quali ben ci conoscono e hanno potuto apprezzare negli anni il lavoro del Cepdi, una risposta urgente e indicazioni concrete per evitare che si debba giungere alla decisione di interruzione di un servizio indispensabile per il nostro territorio. 

L’Assemblea del Cepdi riunita il 25 giugno ha dato il 31 agosto come data ultima per una soluzione del problema, anche per rispetto degli impegni nei confronti delle scuole e di tutte le persone che accedono al servizio, dopo la quale si prenderanno decisioni che saranno comunicate da tutti i soci alla cittadinanza.  Nell’auspicare una rapida soluzione del problema, anche per non aumentare il clima di sfiducia che c’è nei confronti delle nostre Istituzioni, porgo a nome di tutti i soci, i lavoratori e i volontari del Cepdi"

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