Dipendente fa causa per mobbing: il Comune le deve 60mila euro
Il danno patrimoniale è rilevante probabilmente perché si parla di un periodo molto lungo di lavoro - dal 2001 al 2008 - in cui E.A.M. sarebbe stata oggetto di mobbing per trasferimenti illegittimi
Il Comune dovrà pagare 60mila euro a una delle sue dipendenti che ha fatto causa all'ente per demansionamento. La sentenza di primo grado del tribunale è arrivata a gennaio di quest'anno e il risarcimento ad E.A.M. - queste le iniziali della donna - dovrà essere saldato subito perché l'istanza di sospensione del pagamento chiesta dal Comune, in attesa del secondo grado di giudizio, è stata dichiarata dal giudice "improcedibile".
Il Consiglio comunale, quindi, sarà chiamato a votare un debito fuori bilancio di 60mila euro e per questo oggi pomeriggio si sono riunite le commissioni "Bilancio" e "Personale". Nel corso della seduta, però, è stato spiegato che i fondi necessari per coprire la somma richiesta sono presenti nello stesso capitolo di spesa.
Il danno patrimoniale, come ha spiegato la dirigente al Personale Milena Ferrari, è rilevante probabilmente perché si parla di un periodo molto lungo di lavoro - dal 2001 al 2008 - in cui E.A.M. sarebbe stata oggetto di mobbing per trasferimenti illegittimi in categorie inferiori a quella in cui è inquadrata.
Per quanto riguarda le responsabilità di questa vicenda la dottoressa Ferrari è stata chiara: in vicende di questo tipo la Corte dei conti si attiva sempre per stabilire se il danno all'erario debba essere risarcito con azioni di responsabilità. Nel caso in questione i provvedimenti che hanno comportato il demansionamento della dipendente sono stati tutti firmati da un dirigente che presto potrebbe dover rispondere del proprio operato.