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Cronaca

Corruzione: la Camera salva per la seconda volta l'ex ministro Lunardi

La Giunta parlamentare ha rinviato al Tribunale dei Ministri di Perugia gli atti riguardanti la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex ministro parmigiano, indagato insieme al cardinale Sepe

La Giunta per le autorizzazioni della Camera decide di rinviare, per la seconda volta al Tribunale dei Ministri di Perugia, gli atti riguardanti la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex ministro parmigiano Pietro Lunardi. La maggioranza, chiede di nuovo ai magistrati di poter acquisire tutti gli atti riguardanti l'altro imputato del procedimento: il cardinale Sepe. Se l'Aula confermera' il voto della Giunta, il Tribunale dei Ministri potrebbe ipotizzare di sollevare un conflitto di attribuzione.

Il 19 giugno 2010 Pietro Lunardi viene indagato nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti G8 per corruzione e in seguito viene inserito nel registro degli indagati insieme all'arcivescovo di Napoli ed ex prefetto di Propaganda Fide, Crescenzio Sepe. Secondo i magistrati perugini, l'ex ministro avrebbe acquistato tramite Angelo Balducci da Propaganda Fide, quando questa era presieduta da Sepe, un palazzo in Via dei Prefetti a Roma per 4.160.000 euro, prezzo ritenuto inferiore a quello di mercato (8 milioni di euro); Lunardi ha giustificato tale prezzo a causa della fatiscenza del palazzo. Secondo l'accusa, Lunardi avrebbe in cambio fornito a Propaganda Fide 2,5 milioni di euro di finanziamento per la costruzione di un museo dell'istituzione in piazza di Spagna. Dopo l'autorizzazione del Tribunale dei Ministri, la Camera dei Deputati ha ricevuto gli atti giudiziari per chiedere l'autorizzazione a procedere sull'ex ministro, ma nell'ottobre 2010 ha negato la sua autorizzazione a procedere.

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