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Cronaca

Covid: verso lo stop al divieto di spostamento tra regioni il 15 maggio

Le riaperture dovrebbero iniziare a partire dagli ultimi giorni di aprile

Se nelle prossime settimane, come annunciato in questi giorni, dovrebbe iniziare le prime riapertura resta ancora il rebus dello spostamento tra Regioni. Quando i parmigiani potranno uscire dall'Emilia-Romagna ? 

Dopo il 20 aprile, per almeno altri quindici giorni, nel nostro territorio e in tutta Italia dovrebbero restare vietati gli spostamenti tra diversi territori. La mobilità è consentita solo per motivi di salute, necessità e urgenza. Si può sempre invece raggiungere il proprio domicilio e la propria residenza.

Ci sono alcuni sindaci in prima fila nel chiedere che il divieto di spostamenti tra regioni sia comunque tra le prime restrizioni a saltare. A chiederlo con maggiore forza sono coloro che guidano paesi al confine o quasi tra due regioni. E' evidente che il divieto di spostamenti tra regioni è una fortissima limitazione per le comunità che si trovano vicini ai confini regionali, sia in ambito economico sia in termini di relazioni tra persone divise da pochi chilometri.

Ma non solo: basti pensare agli ormai celebri "congiunti fuori regione", ad esempio, fidanzati che non si vedono da mesi e mesi, ma anche al turismo interno, che si basa in alta percentuale su spostamenti tra regioni diverse, fondamentale per la tenuta economica di molti territori. "Credo che già questa settimana definiremo il cronoprogramma per le riaperture - assicura Gelmini oggi - Perché dobbiamo procedere. Con cautela, per evitare di commettere errori e dover richiudere, ma man mano che il tasso di contagi diminuisce e le vaccinazione coprono i più fragili dobbiamo riaprire. A breve il Cts inserirà proprio il dato sulle vaccinazioni tra i criteri di valutazione per il passaggio delle regioni da un colore all'altro".

Proprio il divieto di spostamento tra regioni, quando sarà oltrepassato, sarà un primo importante segno di ritorno alla normalità. Maggio dovrebbe essere il mese giusto, a inizio o metà mese, ma il condizionale è ancora d'obbligo. La soglia del 2 giugno, per immaginare un’Italia libera dalle principali restrizioni, considerando l'attuale curva epidemica, è la più realistica. Ma in tanti chiedono un segnale forte ben prima, al massima tra un mese, 30 giorni da oggi. Il timore di una 'falsa riapertura', di una riapertura anticipata con il rischio di dover richiude un'altra volta è stato di recente espresso anche dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, autodefinitosi "aperturista con giudizio", che ha detto che sarebbe un errore anticipare le riaperture "prima del 30 aprile". 

Le misure attuali sono in vigore fino al 30 aprile. Qualche giorno prima di allora il governo dovrà prendere una decisione e stilare - tramite decreto probabilmente - un cronoprogramma il più dettagliato possibile per uscire - ci si augura definitivamente - dalla lunga emergenza. Si ragiona sulla data del 15 maggio come quella dello stop al divieto di spostamento tra regioni perché il 2 giugno sembra davvero troppo in là nel calendario. L'allentamento dei divieti alla mobilità individuale sull'intero territorio nazionale sarà il primo vero segno dell'uscita dal tunnel.

Il governo ha individuato da settimane ormai le attività da riaprire prioritariamente: i ristoranti, cinema, teatri e palestre. Le idee sul tavolo sono tante, tra cui quella di iniziare dalle attività che possono svolgersi all'aperto: "L'ipotesi di lavorare solo sull'aperto personalmente mi convince molto, poi dovremo confrontarci con i nostri scienziati e i tecnici in sede di governo, ma i tutti i dati che ho visto indicano che all'aperto c'è sicuramente una minore diffusione del contagio", ha commentato Speranza. Anche in quest'ottica, gli spostamenti individuali tra regioni, quando sono rispettate le ormai elementari norme di distanziamento e igiene, non presentano particolari criticità.

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