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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

dal parmense e dall'emilia boom di olio di oliva veronese

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday

Nel territorio parmense e in Emilia Romagna non ci sono produttori di olio extravergine di oliva, così un gran numero di ristoranti tipici, ed alberghi di ogni genere si affidano a quello di produzione veronese, con un vero e proprio boom di richieste per i prodotti Redoro, storico marchio scaligero considerato il più alto d'Italia. E' quanto emerge dai risultati delle ultime fiere di settore come il Sol di Verona (Salone internazionale dell'olio extravergine di oliva), dei vertici aziendali, che stanno per entrare massicciamente nel Bolognese in particolare, per poi arrivare in tutta l'Emilia, non solo con l'olio, ma anche con altri prodotti del settore. "Stiamo ricevendo molte proposte per Parma e provincia, ma anche da parte di nuovi clienti di altre zone della regione", spiega Daniele Salvagno, direttore commerciale dell'azienda scaligera, "e abbiamo in mente un prodotto che probabilmente troverà conferme entro gli inizi del nuovo anno, dedicato esclusivamente all' Emilia, tipico, dunque, per i famosi piatti della cucina parmense. Sarà una annata eccezionale, con un raccolto molto abbondante, perchè c'è stato molto sole ed è caduta la giusta pioggia. Un migliaio di piccole imprese raccolgono le olive che poi ci forniscono e siamo orgogliosi che il lavoro viene effettuato direttamente sull'albero, non quando il frutto cade a terra e si mescola ad altro. E' uno dei segreti del perchè l'olio Redoro è tanto genuino e buono. Esportiamo soprattutto in paesi ricchi come Russia, Giappone, Nord America, Nord Europa. Attualmente questo settore rappresenta il 43% della produzione e quindi del fatturato. Auspichiamo di arrivare a breve, ad essere presenti con il 50% del giro di affari nel comparto export,magari entrando all'interno di mercati importanti come Kurdistan e kazakistan, paesi senza cultura dell'olio ma molto ricchi che si stanno affacciando con insistenza alla qualità dei prodotti alimentari.

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