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Cronaca

Dall'Olio: se Parma ha perso peso e funzioni in Iren è per colpa di Pizzarotti

Il capogruppo del PD in consiglio comunale torna sula decisione del sindaco di rientrare nel patto Iren da cui il comune era uscito nel 2014 e imputa proprio al sindaco la perdita di peso e di opportunità della città all'interno della multiutility.

Continua la polemica sul rientro del comune di Parma nel patto dei sindaci Iren. Dopo la risposta del sindaco Federico Pizzicotti “Guardate meno House of Cards” al quotidiano La Stampa che titolava "Il grande patto tra Pizzarotti e il Pd, trionfa il ‘capitalismo municipale’”, interviene il capogruppo del PD in consiglio comunale, Nicola Dall’Olio che in un comunicato dichiara: "Sulla vicenda del patto di sindacato di IREN si assiste all’ennesima mistificazione della realtà da parte di Pizzarotti che si erge a difensore degli interessi dei parmigiani nei confronti di Torino, Genova e Reggio Emilia. Peccato che in questi 4 anni non lo abbia mai fatto e abbia perseguito in IREN solo i suoi di interessi e quelli dei suoi amici Bagnacani e Rossi lautamente pagati per non fare nulla di utile per il territorio.

E’ stato Pizzarotti - continua Dall’Olio - a decidere nel 2014 di uscire dal Patto di sindacato, perdendo quel ruolo che non ha mai voluto esercitare nell’interesse di Parma, quando poteva benissimo rimanervi. La realtà è che voleva mano libera per pagare i debiti di STT con il patrimonio delle azioni, invece di chiedere alle banche di fare la loro parte, e per finanziarsi un po’ di opere elettorali. I 4 milioni di azioni messi in vendita con il bilancio 2016 per fare cassa sono una scelta di questa amministrazione, che non si giustifica certo con il debito o altre panzane.

Nel frattempo il Comune di Parma ha perso qualsiasi peso all’interno di IREN: le nuove funzioni di ricerca e innovazione che dovevano essere insediate a Parma, come richiesto da un nostro ordine del giorno votato in Consiglio comunale, non sono mai arrivate. Fino al 2013 Parma era sede del Direttore generale dell’intero gruppo Iren e delle funzioni di amministrazione, finanze e controllo oltre che  di una delle società del gruppo. Oggi si è persa la società e si sono perse tutte le funzioni direttive e, come hanno evidenziato i sindacati nello sciopero del 29 febbraio, si perderà anche la centrale di tele controllo della rete elettrica, l’ultima funzione di alto profilo rimasta. Un bel risultato nell’interesse dei parmigiani, non c’è che dire.

Su una cosa però Pizzarotti ha ragione - conclude il capogruppo PD - la gestione di IREN non la decide un partito, ma gli amministratori in rappresentanza dei loro cittadini che pagano le utenze. E la verità è che Pizzarotti non ha mai fatto contare il peso dei cittadini che rappresentava se non per le poltrone degli amici e il suo cumulo di cariche in ANCI, tutte coincise con passaggi cruciali della governance di IREN che hanno progressivamente impoverito la sede di Parma”. 

Pizzarotti aveva continuato così spiegando la scelta di rientrare nel patto: "Parma tornerà ad avere voce in capitolo su questioni importanti come le politiche ambientali, avremo più controllo del pubblico sul privato. Ve lo ricordo, dato che ve lo siete scordato: siamo i primi ad aver proposto un ritorno in House della gestione dei rifiuti. Parma ha sempre avuto un membro nel Cda, nel 2014 siamo usciti dal patto di sindacato dovendo smobilizzare azioni per pagare i debiti lasciati dalle passate amministrazioni. Rientrare non è una questione politica, o meglio partitica, ma di governo del territorio e dell'azienda che gestisce gran parte dei servizi del nostro Comune. Il dialogo con gli altri soci emiliani, quasi 70 comuni, ci permetterà di avere un maggior controllo sul servizio, a tutela dei diritti dei cittadini. Ribadisco inoltre la contrarietà agli inceneritori, tutti non solo il nostro, e in forza di questo siamo diventati un esempio di virtuosità nella raccolta differenziata, ora al 73%. House of Cards va in onda il mercoledì sera. Il resto del tempo, però, è tutta vita reale".

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