Palatina, i parlamentari: "Penalizzazione di Parma? No, operazione di ampia portata"
"In Emilia-Romagna -si legge in una nota dei parlamentari del Pd- nessuna biblioteca avrà più un dirigente; le Soprintendenze per i Beni Cultuali saranno "fuse" con quelle per i Beni Architettonici e Paesaggistici; diventeranno, cioè, Soprintendenze "miste"
"I dati, prima di tutto! -si legge in una nota dei parlamentari La riorganizzazione decisa dal Governo prevede: 4 poli bibliotecari in tutta Italia, oltre alla Biblioteca Nazionale, avranno un dirigente, mentre tutti gli altri saranno retti da un bibliotecario. In Emilia-Romagna, nessuna biblioteca avrà più un dirigente; le Soprintendenze per i Beni Cultuali saranno “fuse” con quelle per i Beni Architettonici e Paesaggistici; diventeranno, cioè, Soprintendenze “miste”; una di queste avrà sede a Parma. Su queste premesse, si può parlare di una penalizzazione di Parma o si deve riconoscere che si è di fronte ad una operazione, discutibile sin che si vuole, ma di più ampia portata, da cui non si possono trarre le conclusioni di comodo, esposte dal Sindaco? L’evidenza parla da sola. Ad ogni buon conto, il Sindaco dov’era (e dov’è)?
Siamo stati i primi (e gli unici) in questa città, a promuovere doverosamente iniziative parlamentari sulle conseguenze della riorganizzazione del Mibact. Abbiamo, tanto alla Camera e al Senato, presentato interrogazioni e inviato lettere al Ministro Franceschini. Abbiamo fatto tutto il possibile, dovendoci arrendere di fronte ad una operazione di portata più oggettiva e ampia. Abbiamo ricevuto una convocazione in Municipio a decreto ministeriale in corso di pubblicazione; non siamo mai stati richiesti dal Sindaco di collaborazioni o di iniziative congiunte. Si possono discutere i criteri, certo, ma non si può pensare di coprire una tardiva azione gettando ombre sui parlamentari e evocando il “rischio di un progressivo decentramento e sradicamento di gran parte del patrimonio artistico e culturale di Parma dalla propria realtà”.
Il Sindaco non si ferma qui nella sua invettiva da politicante. E siccome la lingua batte dove il dente duole, chiude sul Teatro Regio e sul Festival Verdi. Il bel tacer non fu mai scritto. Se c’è uno che ha la responsabilità della situazione del Teatro Regio e financo della mancanza di misure nella Legge di Stabilità è proprio il Sindaco di Parma, che, con la mancanza di iniziativa e (peggio) con il disastro compiuto (e ancora perpetrato) relativo alla nomina del direttore del Teatro Regio, ha creato allarme sulla affidabilità della sua gestione, così da mettere a rischio la stessa permanenza a Parma del Festival Verdi. Sono molti ormai, a livello nazionale, che sono molto preoccupati ed evidentemente perplessi sulla capacità della presidenza del Teatro Regio di guidare la rinascita e il rilancio del Teatro Regio e del Festival Verdi. Purtroppo, non c’è niente di nuovo sotto il sole: sulle vicende importanti, legate al ruolo e al peso del nostro territorio, non è di Roma che dobbiamo preoccuparci, ma del Palazzo Municipale. Noi non siamo contenti di dover dire questo, perché non giochiamo, come il Sindaco, allo sfascio. E’ la stessa differenza che in Parlamento c’è tra l’azione del Pd e del M5S".