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Cronaca

Decreto sostegni, fondi insufficienti: "L'80% delle imprese riceveranno il contributo minino di 1.000 euro"

Il provvedimento, tanto atteso, scontenta tutti: il direttore di Confesercenti Antonio Vinci li ritiene insufficienti, per Ascom "c’è ancora molto da fare per varare un piano che possa efficacemente risollevare il sistema economico"

Era una delle misure più attese per le imprese di Parma e provincia che, con le chiusure degli ultimi mesi dovute all'emergenza Covid-19, si trovano in una situazione drammatica. Se sono circa 1.500 le aziende che rischiano la chiusura - oltre a quelle che sono già state costrette ad abbassare definitivamente le serrande - altre stentano a sopravvivere, soprattutto quelle dei settori ristorazione e turismo, messe in ginocchio dalle restrizioni, dal sistema dei colori e del blocco della circolazione tra Regioni. Il Decreto sostegni, che a Parma riguarderà circa 9 mila imprese che dovrebbero fare richiesta dei bonus, scontenta tutti. I contributi alla singola azienda, infatti, rischiano di essere insufficienti dopo le perdite degli ultimi mesi. 

"Più dell'80% delle imprese che rappresentiamo - sottolinea il direttore di Confesercenti Parma Antonio Vinci - riceveranno il contributo minino di mille o duemila euro. Un bonus sicuramente non sufficente per compensare le ingenti perdite dei mesi scorsi, parlo soprattutto per i bar, i ristoranti, i locali pubblici e le imprese legate al turismo". Il premier Mario Draghi ha assicurato che i pagamenti avverranno a partire dall'8 aprile, per chi avrà fatto domanda. Con l'eliminazione dei codici Ateco si è ampliato il numero di imprese e partite Iva che hanno diritto ai risarcimenti: anche per questo motivo i contributi alla singola azienda risultano ridotti. 

"Siamo soddisfatti di essere stati ascoltati - sottolinea Ascom Parma - riguardo ad alcune delle misure poste in essere, ma, a nostro avviso, c’è ancora molto da fare per varare un piano che possa efficacemente risollevare il sistema economico in seguito alla crisi sanitaria. Abbiamo lavorato, negli ultimi mesi, per l’eliminazione del criterio dei codici ATECO come discriminante per la ricezione dei ristori, criterio che aveva precedentemente portato a un’arbitraria selezione dei beneficiari: nel nuovo decreto, l’abbandono del ricorso ai codici Ateco fa sì che venga data attenzione a tutte le imprese, allargando così il panorama dei possibili beneficiari, necessitando tuttavia, proprio per questo, di un conseguente aumento di fondi disponibili. Inoltre, l’implementazione di un sistema per il rapido arrivo dei fondi ci fa sperare in un intervento realmente tempestivo per il sostegno immediato alle attività che si trovano nelle condizioni più gravi.

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