Scuola: insegni religione, ma non quella cattolica? Allora non ti pago!
La denuncia della Cisl: "Decine di docenti non percepiscono lo stipendio da settembre a causa dell'ottusità burocratica della Ragioneria dello Stato di Parma. Ci rivolgeremo alla Corte dei Conti e alla Procura"
Questa volta non c’entrano né i tagli, né la cosiddetta “riforma Gelmini” ma l’ottusità burocratica che si annida in qualche ufficio: decine di insegnanti di Parma e del Parmense non percepiscono lo stipendio da settembre.
Si tratta degli insegnanti di attività alternativa alla religione cattolica. I fondi ci sono perché lo prevede la legge, infatti nel resto d’Italia non sussiste alcun problema. Solo a Parma la Ragioneria Territoriale dello Stato, in particolare una funzionaria che vi lavora, asserisce che non sarebbero gestibili dalla Direzione Territoriale Economia e Finanze i capitoli di bilancio indicati nella circolare dell’Ufficio Scolastico Regionale, che ha come oggetto:
«Indicazioni operative per lo svolgimento delle attività alternative all’insegnamento della religione cattolica», effettivamente potrebbe esserci un errore materiale, la circolare emiliano-romagnola indica capitoli di bilancio da cui attingere le risorse finanziarie con numerazioni diverse rispetto a quelli indicati nelle altre regioni, ma questo appare un cavillo. Inoltre nel rifiutarsi di versare gli emolumenti la Ragioneria dello Stato di Parma, sta scrivendo alle scuole, contestando i contratti di lavoro, entrando anche nel merito dell’attività scolastica permettendosi di eccepire l’obbligatorietà di questo particolare insegnamento, che è previsto dal Trattato internazionale tra Italia e Santa Sede.
In una nota inviata alle autorità scolastiche regionali e provinciali ed alla Ragioneria dello Stato, il segretario generale della Cisl Scuola di Parma, Maria Gentilini, minaccia di rivolgersi alla Corte dei Conti per far sì che vengano richiesti i danni a coloro che sbagliando stanno per far sì che il personale inneschi l’ennesimo contenzioso legale, creando così un pesante danno erariale, e chiede i nomi dei funzionari responsabili per valutare se sussistano gli estremi per denunciarli anche alla Procura della Repubblica.
In merito a quest’ennesima disfunzione, interviene Salvatore Pizzo, del consiglio generale della Cisl scuola: «Come al solito chi ci rimette sono sempre i precari, che in realtà sono docenti di una certa età in servizio da anni, perché le scuole avendo vuoti di organico chiamano i docenti dalle graduatorie, chi di dovere è meglio si metta in tesa che gli insegnanti precari di Parma non sono disposti più ad abbozzare, evidentemente in questi anni si è scambiata la nostra correttezza come una sorta di sudditanza psicologica, ma nel caso specifico il danno riguarda anche i docenti di ruolo, perché quasi sempre per frazioni minime sotto le sei ore settimanali, questo insegnamento è stato conferito al personale interno come orario aggiuntivo. Personalmente auspico che di fronte a comportamenti cervellotici, qualcuno inizi ad udire il tintinnio delle manette, in questo caso gatta ci cova, vogliamo sapere questi soldi dove sono se non nei capitoli di bilancio previsti».