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Cronaca

Alberi, soldi dal Comune ma lo sfratto è esecutivo: rinviato a ottobre

Rimandati a fine ottobre i due primi sfratti del mese di settembre: a Vigatto una famiglia con due bambini, tra cui un neonato, rischiano la strada. Rinvio anche dello sfratto in via Cenni

E’ ufficialmente iniziato il settembre di sfratti in città. Sono stati rinviati a fine ottobre i primi due sfratti di quello che sarà un caldo autunno sul fronte abitativo. “Se l’emergenza casa non verrà affrontata tempestivamente potrebbe trasformarsi in un dramma sociale” ha affermato l’attivista della Rete Diritti in Casa Katia Torri “quest’anno abbiamo registrato 700 pratiche avviate di sfratti. Aspettiamo un tavolo congiunto con il Comune perché la situazione sta degenerando”.

Ad Alberi di Vigatto stamattina una famiglia seguita dai servizi sociali composta da padre disoccupato, madre con problemi di salute, una bimba di 20 mesi ed un neonato di poche settimane ha rischiato di finire in strada, nonostante al proprietario dell’immobile sia stato versato da parte del Comune un assegno di circa 2.000 euro per sopperire allo stato temporaneo di difficoltà in cui vertono attualmente gli inquilini.

Il contributo economico non è riuscito a placare l’ira del proprietario cui la famiglia in otto anni di permanenza nell’appartamento ha versato affitti per un ammontare totale di 40mila euro. “Se non ve ne andate via tiro giù la porta con la ruspa” ha tuonato il locatore contro l’affittuario intimando agli attivisti della Rete Diritti in Casa di allontanarsi dalla sua proprietà. A calmare gli animi ha provveduto l’ufficiale giudiziario che dopo aver tentennato nel leggere il certificato medico della donna, alla quale sono stati assegnati 30 giorni di prognosi, ha concesso alla famiglia di rimanere.

L’assessore alle Politiche Abitative Laura Rossi contattato dagli attivisti della Rete ha espresso il proprio impegno nello sbloccare con il contributo degli assistenti sociali la situazione di questa famiglia che da febbraio 2011 vive in uno stato di estrema precarietà.

Nel frattempo lo stesso ufficiale giudiziario ha prorogato al 24 di ottobre lo sfratto esecutivo di un giovane tunisino in via Cenni rimasto senza occupazione da gennaio a seguito di un grave infortunio sul lavoro. Dopo aver corrisposto al proprietario dell’immobile 500 euro mensili per circa un anno più 1.700 euro di spese condominiali da circa otto mesi si trova impossibilitato a pagare perché privo di un impiego e di assistenza da parte dei servizi sociali. Una situazione che accomuna tutte le fasce deboli della città pesantemente colpite dalla crisi.
 

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