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Cronaca

Fatture false, sequestrati quasi 8 milioni di euro: arrestati sei imprenditori. Intestavano le società anche a disabili psichici

Coinvolte 19 aziende, gli arrestati reclutavano persone con deficit per strada. Due persone in carcere, tre ai domiciliari e una irreperibile. Sequestrati 85 mila euro in contanti, auto e orologi di lusso

Fatture false, frode fiscale, associazione a delinquere e circonvenzione di incapace. La guardia di finanza di Parma ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare - emessa dal Gip del Tribunale di Parma dopo le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma- di sei imprenditori, di cui due in carcere, tre agli arresti domiciliari. Una persona è irreperibile.

Sono stati sequestrati oltre 7 milioni e 800 mila euro, una cifra pari alle imposte evase da 19 società. In totale sono indagate 46 persone, tra cui i prestanome delle aziende. Tra i beni sequestrati anche auto di lusso come una Porsche, ville, appartamenti, orologi di lusso. Alcune società 'cartiere' erano state intestate a persone con disabilità pschica. 

L'organizzazione utilizzava 20 persone, i cosiddetti 'prelevatori' che avevano il compito di ritirare i soldi in contanti, frutto dell'evasione dell'Iva, a vari sportelli bancari per restituirli alle imprese che si rivolgevano all'organizzazione, che si teneva il 6% come commissione. In un solo giorno riuscivano a muovere anche 1 milione di euro.

Ecco come funziona la frode fiscale: società intestate anche a disabili psichici 

Le attività di polizia giudiziaria, dirette dalla Procura della Repubblica di Parma e svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e dal Gruppo della Guardia di Finanza di Parma, hanno consentito di ipotizzare, tra l’altro, l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata - anche mediante la circonvenzione di diversi soggetti incapaci - alla realizzazione di un collaudato e articolato sistema di evasione fiscale mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti di rilevante ammontare (oltre 35 milioni di euro per i soli periodi d’imposta 2019-2020-2021), allo scopo di consentire a svariate imprese dislocate sull’intero territorio nazionale di abbattere il reddito imponibile attraverso costi fittizi. 

Gran parte del meccanismo illecito presupponeva la creazione - e comunque l’operatività- di società formalmente intestate a soggetti-prestanome, caratterizzati da deficienza psichica (in un caso sfociata addirittura in una procedura di amministrazione di sostegno), che venivano utilizzati per sottoscrivere atti societari, aprire conti correnti, richiedere carte di pagamento, il tutto -secondo l’ordinanza cautelare- “nell’ottica di scaricare sulle teste di legno ogni responsabilità per le attività di cartiere nate come vuoti simulacri e destinate ad essere abbandonate una volta divenute inservibili per i fini illeciti perseguiti dall’associazione per delinquere”.

Stando alla ricostruzione delle Fiamme Gialle, le imprese utilizzatrici delle fatture false, dopo aver ricevuto tali documenti fiscali, avrebbero trasferito le somme indicate in fattura alle cartiere emittenti allo scopo di simulare il pagamento delle prestazioni mai avvenute. Successivamente, tali importi sarebbero stati trasferiti su conti correnti di altre imprese cartiere senza alcuna sottostante motivazione commerciale o economica, con l’intento di
aumentare i passaggi di denaro da un conto all’altro così da ostacolare la ricostruzione dei flussi finanziari sottesi alle fatture false.

L'organizzazione si teneva il 6% per ogni transazione illecita di denaro 

Infine, le somme di denaro sarebbero state immediatamente prelevate - direttamente in contanti - da soggetti ingaggiati appositamente a tal fine (cosiddetti “prelevatori”), in modo da essere restituite agli utilizzatori al netto di remunerative “commissioni” per gli organizzatori della frode, pari al 6% dell’importo totale indicato nelle fatture false. I componenti dell’organizzazione sarebbero stati in grado di monetizzare cifre ingenti – fino
a un milione di euro al giorno – in modo pressoché contestuale ai bonifici effettuati dai clienti che così sapevano di non rischiare di perdere le somme erogate dopo aver ricevuto fatture per operazioni inesistenti.

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