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Cronaca

Fatture false per gli smartphone da 226 milioni: denunciato parmigiano

C'è anche un parmigiano di 52 anni, P.M., tra i sette denunciati. il 'giro' si sarebbe concretizzato attraverso una serie di 'frodi carosello' in una catena di passaggi tra almeno 30 società, fantasma e non

C'è anche un parmigiano di 52 anni domiciliato in Portogallo, P.M., tra le sette persone denunciate nell'ambito dell'indagine della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno che ha scoperchiati un un giro di fatture false per 226 milioni di euro che si sarebbe concretizzato attraverso una serie di 'frodi carosello' in una catena di passaggi tra almeno 30 società, fantasma e non, sparse per la maggior parte in Italia ma anche all'estero, in particolare in Portogallo e Polonia.

LE INDAGINI. Le indagini, non ancora concluse, sono partite da accertamenti su una srl individuale con sede a Porto Sant'Elpidio (Fermo), caratterizzata da un'elevata percentuale di acquisti di prodotti elettronici, che, per diversi anni, hanno interessato due sole imprese, una delle quali in fallimento. I due fornitori, con sede rispettivamente a Milano e Roma, anch'essi costituiti attraverso società di capitali, avevano assunto - secondo gli investigatori- il ruolo di 'missing trader', cedendo, ma solo sulla carta, i prodotti elettronico.

In pratica, i prodotti elettronici, tra cui smartphone di ultima generazione, venivano poi venduti solo formalmente a società dell'Ue e, sempre sulla carta, rientravano in Italia. Attraverso l'emissione di fatture false gli indagati potevano disporre sia di un consistente credito Iva, sia di prodotti da immettere sul mercato a prezzi sensibilmente inferiori a quelli normalmente praticati dagli operatori legali, con conseguente inquinamento del mercato.

LE ACCUSE, Per loro l'accusa é, a vario titolo, di associazione per delinquere, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e occultamento e distruzione di scritture contabili. Le fiamme gialle (materialmente hanno operato i finanzieri di Porto San Giorgio) hanno segnalato all'Agenzia delle Entrate elementi positivi di reddito non dichiarati per 32 milioni di euro, elementi negativi di reddito non deducibili per 27 milioni e violazioni all'Iva per 23,6 milioni di euro, consentendo, peraltro, anche l'assoggettamento a tassazione, ai fini dell'Irap, di una massa impositiva quantificata in 59 milioni di euro. Venticinque, in Italia, le società interessate - anch'esse fornitrici, sulla carta, della srl di Porto Sant'Elpidio -, con sede a Bolzano, Pordenone, Vicenza, Treviso, Verona, Padova, Torino, Alessandria, Milano, Lodi, Modena, Roma, Teramo, Napoli e Bari.

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