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Cronaca

Finti acquisti di 'rottami': azienda parmense evade il fisco per 2 milioni

L'indagine, condotta dall'Agenzia delle Entrate di Parma, è partita da alcuni acquisti 'sospetti' da parte dell'azienda che a fronte di ricavi per 17 milioni dichiarava un utile di soli 19mila euro

Simulava acquisti da soggetti inesistenti per inserire costi fittizi e abbassare i ricavi. Così un'azienda parmense che opera nel settore del commercio all'ingrosso di rottami metallici aveva nascosto al Fisco oltre due milioni. L'indagine, frutto del lavoro di intelligence dell'unità Governo e Analisi dell'Agenzia delle Entrate di Parma, è partita da alcuni acquisti 'sospetti' da parte dell'azienda.

Secondo la contabilità aziendale, infatti, i materiali venivano acquistati non solo da imprese - per le quali i rottami sono principalmente scarti della lavorazione - ma anche da numerosi privati. Una 'stranezza' che, sommata all'utile irrisorio indicato in bilancio, 19.000 euro a fronte di ricavi per 17 milioni, ha fatto scattare l'accertamento. Sono emersi così 549 soggetti, in molti casi privi anche di codice fiscale, veri e propri 'personaggi immaginari' come li hanno definiti gli 007 dell'Agenzia delle Entrate, che sulla carta fungevano da venditori del materiale ferroso. In realtà, non vi era traccia nella documentazione aziendale della quantità di merce acquistata, la cui movimentazione peraltro avrebbe richiesto mezzi per il trasporto eccezionale difficilmente nella disponibilità di un privato.

Ulteriori controlli hanno individuato una ventina di privati che, seppure realmente esistenti, avevano effettuato ripetute cessioni di rottami con introiti significativi senza la necessaria qualifica di 'imprenditore', che impone norme fiscali diverse da quelle previste per il privato cittadino, e talvolta senza aver dichiarato alcun reddito. Come nel caso di un venditore che, nonostante i 170.000 euro incassati, dichiarava reddito zero.

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