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Cronaca

Firme false, guai per la Lega: indagato il consigliere Tombolato

L'indagine sulle firme tarocche presentate per le ultime elezioni comunali si allarga: dopo Mario Bertoli de La Destra anche il leghista è stato iscritto nel registro degli indagati per falso ideologico

Ancora ombre sulle ultime elezioni comunali. Ancora guai per la Lega Nord. L'inchiesta sulle firme false si allarga e coinvolge un consigliere provinciale. La Procura della Repubblica di Parma ha iscritto nel registro degli indagati l'attuale consigliere provinciale della Lega Nord Giovanni Battista Tombolato per il reato di falso ideologico.

L'accusa è di aver autenticato circa un centinaio di firme false presentate dalla lista de La Destra, guidata dal segretario provinciale Mauro Bertoli, anche lui iscritto nel registro degli indagati per lo stesso reato. Dopo l'iscrizione del registro il coordinatore provinciale si dimise dal suo incarico. Sono state verificate anche numerose firme false presentate in sostegno della lista della Lega Nord.

La vicenda delle firme false si è intrecciata con la tragica vicenda del suicido del consigliere provinciale della Lega Nord Pier Angelo Ablondi che, secodo le ricostruzioni fatte dagli inquirenti, si sarebbe suicidato per aver autenticato firme false. Fu ritrovata infatti una lettera in cui si spiegherebbero le circostanze che lo avrebbero portato al gesto etremo. Tombolato è anche responsabile del tesseramento della Lega Nord per la provicia di Parma e membro del Consiglio  nazionale della Lega Nord Emilia.

LA VICENDA

La vicenda delle firme false presenti nelle liste de La Destra è costata, prima dell'apertura dell'inchiesta, la vita al consigliere leghista Pier Angelo Ablondi, che si è suicidato gettandosi dal terzo piano dello stabile dove abitava dopo aver saputo che uno dei firmatari, l'ex giocatore della Maxicono Claudio Galli, aveva dichiarato di non aver mai sottoscritto la candidatura a sindaco di Priamo Bocchi. Ablondi prima di compiere il gesto estremo aveva lasciato una lettera autografa nella quale ne spiegava le ragioni.

In particolare aveva scritto che per fare un favore a un amico aveva autenticato le firme raccolte per la presentazione della lista alle elezioni. Bertoli sarà interrogato nei prossimi giorni dagli inquirenti. Il problema a questo punto è stabilire se fosse solo lui a conoscenza della falsità di circa 130 firme presenti in lista oppure se il fatto fosse noto anche a terzi. Pochi giorni fa lo stesso Bertoli ha ammesso con una lettera indirizzata alla stampa di essere stato a conoscenza della falsità delle firme contestate.
 

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