Flash mob per educatori e operatori di Parma: il 6 giugno in piazza
"Ci aspettavamo che la realtà messa a nudo con crudezza dall'emergenza sanitaria desse il la per un ripensamento dei servizi sociali e della loro riorganizzazione - viene spiegato nel comunicato -"
"L'emergenza sanitaria ha avuto delle conseguenze pesanti nel settore dei servizi sociali anche perché si è abbattuta su una realtà già disastrata: un sottofinanziamento progressivo e costante che si è tradotto in privatizzazioni, esternalizzazioni, appalti al ribasso negli ultimi 30 anni. A farne le spese operatori ed utenti. Operatori sottopagati e in condizioni di lavoro precarie sono il riflesso di servizi sempre meno di qualità e sempre meno universali". Comincia così il comunicato redatto da operatori ed educatori che scenderanno in piazza il 6 giugno alle 15:30 per chiedere "sicurezza, rivendicando la funzione come essenziale per una comunità".
"Ci aspettavamo che la realtà messa a nudo con crudezza dall'emergenza sanitaria desse il la per un ripensamento dei servizi sociali e della loro riorganizzazione, invece si continua come prima, utilizzando il covid come un paravento per non affrontare i problemi. Ne è una dimostrazione la ripartenza dei servizi a minori e disabili, che stanno per essere riattivati con urgenza, senza risorse aggiuntive, esclusivamente a supporto della macchina economica del profitto che deve ripartire ad ogni costo. Intendiamoci, ripartire è fondamentale, per alleviare la sofferenza di chi in questi ultimi mesi ha pagato in modo ancora più caro il distanziamento sociale. Constatiamo con amarezza che durante il periodo dei decreti da lockdown queste categorie sono state ignorate e se ne riparla solo adesso per permettere a chi se ne prende cura di tornare a “produrre”. E noi con loro, invisibili tra gli invisibili, esempio lampante che se non si è nel circuito di produzione di ricchezza si è ai margini".