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Cronaca

Foibe, Giorno del Ricordo. Mario Bertoli: "Non dimenticare"

L'esponente de La Destra-Movimento per An: "E' quel che chiedono gli esuli istriani giuliani e dalmati. E' quel che chiedono anche tutti coloro che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma delle foibe"

Giorno del Ricordo. Ecco il comunicato di Mario Bertoli de La Destra-Movimento per An. "Non dimenticare. E’ quel che chiedono gli esuli istriani giuliani e dalmati. E’ quel che chiedono anche tutti coloro che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma delle foibe. Pagine buie della storia dell’Italia tutta, coperte per decenni da un colpevole silenzio, squarciato soltanto dalla coraggiosa insistenza di pochi. Un silenzio che, grazie all’istituzione del Giorno del Ricordo, è stato almeno parzialmente squarciato, in modo tale da consentire di riconoscere - finalmente – il dramma di migliaia di italiani, cacciati via dalla loro terra ed uccisi.

E sui motivi per cui, ancora oggi, foibe ed esodo sono considerati temi spinosi e poco noti, valgono tra tutte le parole di Gianni Oliva, storico, saggista, politico (ex PCI ora dirigente PD) che a tali temi ha dedicato un serio ed articolato lavoro di approfondimento. “L’Italia – ha dichiarato lo studioso in una recente intervista – ha dimenticato per far transitare la classe dirigente da ‘prima’ a ‘dopo’ senza nessuna autocritica su ciò che era stato”, in modo da ricostruirsi una verginità avulsa da ogni tipo di collegamento non solo e non tanto con il regime fascista ma anche e forse soprattutto con ciò che è seguito alla sua caduta.

Ed anche, quindi, con la storia del confine nord orientale. “Le foibe – dice ancora Oliva – sono il disegno di eliminazione di coloro che possono difendere l’italianità di Trieste, dell’Istria, della Dalmazia. E’ un disegno di pulizia etnico – politica, elaborato e perseguito dall’esercito di liberazione jugoslavo di Tito”. Appoggiato e sostenuto dai comunisti nostrani, che “avevano interesse a tacere sulle foibe sia perché il movimento di liberazione titino era un mito per i militanti di base, sia perché c’erano complicità da nascondere, sia perché il tema del nordest metteva in evidenza le contraddizioni di Togliatti, ‘italiano’ in politica interna e ‘internazionalista’ in politica estera”. Il partito comunista ha quindi fatto finta di ignorare le persecuzioni (che hanno assunto i termini drammatici di una vera e propria pulizia etnica) di cui furono vittime le popolazioni italiane delle terre istriane. 

Violenze di ogni tipo, che si inseriscono perfettamente nel clima esasperato del dopoguerra, fatto di scontri, tensioni e feroci ritorsioni non solo nei confronti della popolazione delle terre del nord est, ma anche di fazioni e gruppi che, all’interno della Resistenza, la pensavano diversamente (come i partigiani cattolici della brigata Osoppo, sterminati a Porzus dai gappisti comunisti). Il fatto importante, dopo tanto silenzio, che oggi, a distanza di quasi settant'anni da quei giorni terribili, vi siano autorevoli esponenti dell’allora PCI (da Occhetto fino ad arrivare al nostro Presidente Giorgio Napolitano su tutti) che hanno avuto parole di grande riconoscimento dei drammi delle foibe e dell’esodo. Questo dà a tutta l’Italia la speranza che un domani, finalmente, si possano consegnare quei giorni alla storia. E fare finalmente e una volta per tutte Giustizia

Mario Bertoli (La Destra-Movimento per A.N.

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