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L'INDAGINE PER FRODE FISCALE

Carburanti sottocosto, azienda di Parma evade il fisco per 90 milioni di euro: 7 indagati e 149 milioni sequestrati

La Guardia di finanza di Parma confisca 17 pompe bianche in tutta Italia, di cui 7 nella nostra provincia. Sequestrati diversi milioni di euro in contanti nascosti sotto il pavimento

Riuscivano a praticare prezzi dei carburanti - benzina e gasolio - molto bassi alla pompa - anche al di sotto del prezzo di 'costo' - all'interno di sette distributori dislocati a Parma e provincia - ed altri dieci nelle province di Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Brescia, Lodi e Verona - ma solo perchè sfruttavano il meccanismo illecito, portato avanti da un'associazione a delinquere - con a capo tre italiani che operavano da Miami, Dubai e Napoli - che si occupava di evadere il fisco italiano e dell'Unione Europea. 

I prodotti petroliferi venivano acquistati in alcune raffinerie in Slovenia e in Croazia ed arrivavano all'interno di un deposito di stoccaggio di Parma, dalla capacità di mille metri cubi. Da qui venivano poi distribuiti nei punti vendita in provincia di Parma e nelle altre province. 

Ci sarebbe infatti un'azienda di Parma al centro della maxi operazione della guardia di finanza, coordinata dalla Procura Europea - che riguarda un'ampia frode fiscale che ha portato al sequestro preventivo di beni per 149 milioni di euro, di 17 distributori stradali le cosiddette 'pompe bianche' dislocate tra le province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Brescia, Lodi e Verona, svariati immobili riconducibili agli indagati nelle province di Parma, Roma, Potenza e Matera, quote societarie e disponibilità finanziarie in corso di quantificazione. 

In particolare, nel corso delle perquisizioni effettuate dai finanzieri attraverso l'utilizzo di cash-dog - cani addestrati a fiutare l'odore dei soldi  - sarebbero stati trovati alcuni milioni di euro in contanti nascosti all'interno del pavimento dell'azienda di Parma. Le perquisizioni si sono svolte, oltre a Parma, anche a Potenza, Padova, Napoli, Salerno, L'Aquila e Lucca Sequestrate 17 pompe bianche IL VIDEO 

Secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle di Parma, che hanno portato avanti le indagini, il prodotto proveniva dalle raffinerie slovene e croate ed arrivava al deposito italiano a Parma, poi veniva distribuito nei 17 distributori nella nostra provincia e in alcune province dell'Emilia-Romagna. Il meccanismo prevedeva il passaggio in società cartiere che non pagavano le imposte ed evadevano l'Iva. Oltre alle cartiere c'era anche una società filtro. 

Complessivamente sono indagate sette persone, di cui tre per frode fiscale e associazione a delinquere. È stato disposto il sequestro 149 milioni di euro, 26 milioni frutto della frofe fiscale, 110 milioni sarebbero il profitto dell'associazione per delinquere. Le tre persone a capo dell'organizzazione sarebbero tre italiani, residenti a Miani, Dubai e nel napoletano. 

Le indagini di polizia giudiziaria sono scaturite dall’analisi operata dalle Fiamme Gialle di rilevanti anomalie dei prezzi di vendita di carburante praticati sin dal 2019 dalla società parmigiana attraverso i propri punti vendita dislocati a Parma e provincia che risultavano sensibilmente inferiori a quelli praticati nelle altre rivendite, anche quelle che acquistavano gasolio e benzina direttamente dalle raffinerie.

Il comandante della Finanza: "L'organizzazione gestita da italiani tra Miami, Dubai e Napoli" 

Le successive attività di polizia giudiziaria sono state svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Parma sotto la direzione dapprima della Procura della Repubblica di Parma e poi dell’Ufficio EPPO di Bologna. La Procura Europea, la cui riunione plenaria nazionale è stata ieri ospitata presso il Comando Regionale Emilia Romagna della Guardia di Finanza, è competente a perseguire i reati in danno del
bilancio dell’UE, tra i quali rientrano le frodi carosello connesse al territorio di due o più Stati membri dell’Unione Europea, con danno complessivo pari ad almeno 10 milioni di euro

Secondo la ricostruzione investigativa delle Fiamme Gialle, un’impresa parmigiana avrebbe sfruttato un complesso e ben articolato sistema di frode all’Iva messo in piedi da un’associazione a delinquere costituita da tre italiani operanti uno da Dubai, uno da Miami e il terzo da Napoli.

L’organizzazione criminale in parola avrebbe organizzato una frode carosello nell’acquisto e nella distribuzione sul territorio nazionale di
prodotti petroliferi provenienti da raffinerie site in Slovenia e Croazia, che sarebbero stati ceduti fittiziamente dapprima a imprese del Regno Unito e della Romania e poi a società cartiere italiane – tutte gestite dai componenti dell’associazione per delinquere – per essere successivamente ceduti al reale destinatario italiano, ossia l’impresa parmigiana. 

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