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L'INCHIESTA

Povertà e inflazione, anche a Parma si ruba per fame: boom per i furti di cibo nei supermercati

Un recente studio della Cattolica: in crescita i "furti di necessità" a causa dell'incertezza sociale ed economica causata prima dalla pandemia e poi dall'inflazione galoppante. Ma in aumento anche i furti su commissione di vino e superalcolici

C'è chi lo fa per fame, perché ha perso il lavoro o non riesce a trovarne uno. Chi per colpa di un caro prezzi causato da un'inflazione che ha colpito pesantemente il carrello della spesa mettendo a rischio alimentare sempre più famiglie. Ma c'è anche chi lo fa per mestiere, bande ben organizzate che alimentano un business dagli affari d'oro. Salumi, parmigiano, pasta. Ma anche lamette da barba e scatolame, profumi, olio e cioccolato. Vino, birra e superalcolici di valore. Nei supermercati di Parma si ruba sempre più spesso e di tutto. Furti, o tentati furti, quasi all'ordine del giorno. Perché? Ogni anno in tutta Italia sparisce dai negozi della grande distribuzione merce per circa tre miliardi di euro. Considerando che questa cifra rappresenta tra l'1 e il 2% del fatturato, e che gli utili di un supermercato si aggirano attorno all'1%, si capisce come il problema sia piuttosto sentito. 

PARMA

E Parma? Non fa eccezione. Dall'inizio dell'anno sono decine le denunce dovute ai furti nei supermercati. C'è chi ruba per pochi spiccioli ma anche chi ha provato a portare via fino a 1.700 euro di roba. La novità rispetto al passato è che l'età si abbassa e a finire nei guai sono spesso giovani sotto i trent'anni.  

LO STUDIO

Secondo un recente studio dell'Università Cattolica sui furti fra gli scaffali, "La Sicurezza nel Retail in Italia 2021", realizzato da Crime&tech, spin-off appunto dell'Università Cattolica, con il supporto di Checkpoint Systems Italia e la collaborazione del Laboratorio per la Sicurezza, negli ultimi anni le differenze inventariali nei supermercati hanno raggiunto quote enormi, fino a raggiungere i 3,48 miliardi di euro del 2020, pari all'1,41% del fatturato annuo. 

LA TESTIMONIANZA | Un taccheggiatore si confessa: "Rubo per fame e non ho sensi di colpa" 

PICCO DI FURTI: LE FASCE ORARIE

Come nel resto dello Stivale, anche a Parma le fasce orarie di maggiore picco di furti o tentati furti sono principalmente quella serale, tra le 18 e le 20, e l'ora di pranzo, tra le 12 e le 14, soprattutto nei giorni infrasettimanali. Il valore medio della merce rubata tra inizio 2019 e metà 2021 è stato di 39 euro. In prima linea i furti di alcolici e cioccolato, prodotti in scatola, salumi e formaggi, caffè e profumeria. Tra le principali cause esterne di differenze inventariali c'è il taccheggio, con un aumento dei cosiddetti "furti di necessità", pari al 66% della merce rubata, probabilmente - secondo lo studio di Crime&tech e di Checkpoint Systems Italia - a causa dell'incertezza sociale ed economica causata prima dalla pandemia e poi dall'inflazione galoppante. Così, oggi non sembra più bastare avere un lavoro: paghe basse, precariato e, appunto, aumento dei prezzi dovuti all'inflazione portano quasi quotidianamente i più bisognosi a tentare la sorte nei supermercati della città. «Rivolgersi alle forze dell'ordine non ha molto senso - dichiara un dirigente di un supermercato - ci sono lungaggini burocratiche, processi e alla fine il taccheggio viene quasi sempre convertito in una multa. Quindi preferiamo fermare la persona e farla pagare». Altri la pensano diversamente: "Denunciamo sempre e comunque".

Mimetizzati tra i ladri dei supermercati: tra merendine e biscotti consumati prima di arrivare alle casse e cibo sotto i giubbotti

L'IDENTIKIT

Se i ladri seriali non si limitano ad asportare pane e prosciutto, l'esercito degli "altri" si accontenta di una "spesa" di pochi euro imboscando beni di primissima necessità. Dice una commessa di uno degli esercizi commerciali della città: «Spesso in cassa arrivano persone che non hanno letteralmente i soldi per pagare il pane. Cercano di nascondere la roba, poca per la verità, in modo abbastanza goffo".  Cresce il numero di persone di mezza età, neo disoccupati, magari sposati. Con mutuo e figli piccoli a carico. Ma ci sono casi di giovani e giovanissimi. Che per mangiare si trasformano in Arseni Lupin improvvisati. In genere rubano merce il cui valore non supera i 15-20 euro. Giusto per sfamarsi un paio di giorni. Non solo italiani: sono spesso gli stranieri in città a tentare il colpo. 

FURTI SU COMMISSIONE

Loro. E poi? Poi c'è la questione del business, dei furti su commissione di merce poi rivenduta sottobanco, specie alcolici e prodotti pregiati come parmigiano e salumi. Un vero e proprio giro d'affari che fa la sua parte in mezzo alle decine di taccheggi messi a segno ogni mese in giro per la città.

I FURBETTI DEL MARKET

Non manca, del resto, un discreto esercito di coloro che vengono soprannominati "i furbetti  dei market". Pur di superare il checkpoint e il rullo presidiato dalla commessa, ultimo baluardo prima del brindisi per avercela fatta, si inventano di tutto: borse schermate, merce nelle mutande, passaggio da casse non presidiate, alimenti nei passeggini o dentro i giubbotti. C'è chi addirittura ha provato a far passare dal  "Fai da te" una spesa di centinaia di euro pagando semplicemente un pacco di caramelle o chi, convinto di farla franca, sceglie ogni giorno di mangiare tra gli scaffali biscotti, salumi o formaggi.

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