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Cronaca

Gcr: "Inceneritore, l'eterna finzione"

Nota dell'associazione Gestione Corretta Rifiuti sul termovalorizzatore di Ugozzolo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday

Qualcuno sta giocando a nascondino, lo sappiamo, e non da poco tempo, sulla vicenda dell'inceneritore di Parma. Procedure fumose e lacunose, permessi che mancano, costi non pervenuti. L'ultimo inciampo è arrivato dalla mancanza del permesso a costruire, che ha fruttato un esposto in Procura, depositato dagli avvocati Allegri e De Angelis, e un esposto al Nucleo Abusi Edilizi, depositato da Gcr, denuncia che ha portato il primo di luglio allo stop del cantiere a cura del comune di Parma.
La Provincia si è subito mossa per difendere il lavoro svolto, emanando urbi et orbi un comunicato in cui si annunciava una indagine interna rigorosa, per verificare, e semmai punire, i responsabili dell'eventuale mancanza. Poi il silenzio totale.
Il Tar ha respinto il ricorso inaudita altera parte di Iren e il tutto verrà discusso il prossimo 14 settembre, nel merito della vicenda, ed audendo tutte le parti coinvolte. Qualche giorno fa abbiamo evidenziato lo scoop della Via, in cui veniva citata la necessità del permesso a costruire, necessità poi data per dispersa nei marosi del grande Bluff. Oggi torniamo sull'argomento per rilanciare, dando piena validità a quanto finora osservato dagli avvocati e da Gcr.
Ci riferiamo alla “Procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto”, in particolare rivolgendo l'attenzione al rapporto di impatto ambientale, documento di 177 pagine prodotto in primis dalla Provincia di Parma, ma sottoscritto da Comune di Parma, Unione dei Comuni di Sorbolo e Mezzani, dal Comune di Torrile, da quello di Colorno, dall'Arpa, dall'Ausl, da Ato, dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le provincie di Parma e Piacenza, Soprintendenza per i Beni Archeologici, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Emilia Romagna, Regione Emilia Romagna, Servizio Tecnico Bacini Affluenti del Po, Consorzio della Bonifica Parmense, A.S.C.A.A. S.p.A., Snam Distribuzione, Treno ad Alta Velocità Spa, Cepav Uno.

https://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/VIA.pdf

Insomma un documento non proprio dei più segreti e riservati a pochi fortunati.
Il rapporto quindi, sottoscritto da tutti, è accessibile al mondo intero e ciò che dentro ci è scritto non dovrebbe costituire alcuna novità e dato sconosciuto. A pagina 36 le righe che ci interessano da vicino e sbaragliano ancora una volta le certezze. Riportiamo integralmente: “...per quanto sopra scritto, non essendo ancora intervenuta la definitiva approvazione del POC, il Comune di Parma si è espresso in sede di Conferenza di Servizi per il rilascio del permesso a costruire subordinatamente alla definitiva approvazione della variante del POC e, conseguentemente, subordinatamente alla conformità del progetto alle previsioni urbanistiche in itinere”.
Bernazzoli non sa nulla del permesso a costruire ma nel rapporto di impatto ambientale si fa riferimento eccome a questa necessità dando per scontato, come si capisce dalla frase, che sia un atto necessario al prosieguo del progetto. Ma non è solo questo il documento che attesta la necessità diventata poi fantasma. Il comune di Colorno, il 9 giugno del 2008, fece una richiesta di integrazione al progetto del Pai. A pagina 7 di tale documento scrive il municipio di Colorno: “...Il progetto definitivo, redatto sulla base delle indicazioni del progetto preliminare approvato e di quanto emerso in sede di eventuale conferenza di servizi, contiene tutti gli elementi necessari ai fini del rilascio della concessione edilizia, dell'accertamento di conformità urbanistica o di altro atto equivalente”.

Vedi www.comune.colorno.pr.it/allegato.asp?ID=505219

La variante al Poc del comune di Parma è stata poi approvata dal consiglio comunale il 29 settembre 2008. Doveva quindi seguire da parte di Enia-Iren l'avvio della pratica di concessione edilizia, o permesso a costruire, che avrebbe fornito l'ultimo nulla osta all'apertura del cantiere. Invece nulla accadde, o meglio Enia-Iren diede seguito al suo progetto senza richiedere il permesso a costruire. Il 28 settembre 2009 diede inizio alla cantierizzazione, senza avere però tutte le carte in regola. Era l'inizio dell'abuso, bloccato 641 giorni dopo con lo stop al cantiere

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

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