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Cronaca

"Ho perso casa e lavoro alle slot machine": il dramma di un ex-giocatore patologico

Carlo (nome di fantasia), 53enne parmigiano, sta cercando di uscire dal tunnel della dipendenza: ha deciso di raccontare la sua drammatica storia. Il gioco gli ha sconvolto la vita: ora sta cercando una via d'uscita

La dipendenza da gioco patologico è in aumento del 40% nel territorio di Parma e provincia. Un dato allarmante che mostra lo spandersi del fenomeno nella nostra città ed il target del giocatore patologico medio: maschio, italiano, tra i 50 e i 60 anni, di classe media. Carlo (come di fantasia), un 53enne parmigiano, ha deciso di raccontarci la sua storia: ha perso tutto per colpa del gioco, casa e lavoro, ed ora sta cercando di ricostruire la sua vita grazie all'appoggio del Sert. 

Carlo, da quanto tempo giochi alle slot e come hai cominciato? "Ho cominciato a giocare un sabato pomeriggio che, stranamento, avevo libero dal lavoro di operaio che ho svolto per 25 anni in una ditta della provincia di Parma. Ero uscito con alcuni colleghi che mi hanno convinto a provare le slot machine all'interno di un bar. Tre ore attaccato a quelle macchinette per compagnia, per stare con i miei colleghi. Al tempo avevamo avuto dei tagli in fabbrica e la settimana seguente cominciai ad andare regolarmente all'interno di quello stesso bar per giocare allo slot. Ogni giorno perdevo soldi ma non mi davo per vinto: pensavo che, prima o poi, avrei potuto risollevarmi e vincere una cifra maggiore di quella che avevo speso. La mia vita continuava normalmente: dopo il lavoro tornavo a casa da mia moglie e dai miei due figli di 20 e 25 anni. Due ragazzi bellissimi che mi stavano dando tante soddisfazioni. Non avevo alcuna ragione concreta nella mia esistenza che mi avrebbe potuto portare ad una dipendenza. Ma così avvenne: l'ossessione di perdere il lavoro mi attanagliava e giocavo sempre più. Prima una volta a settimana e, in meno di un mese, tutti i giorni. Mia moglie mi chiedeva cosa facevo e io inventavo sempre scuse poco credibili. 

Quando ti sei accorto che la tua era una dipendenza? "Un giorno, visto che era domenica, ci eravamo recati in un mobilificio per acquistare un divano nuovo. Fino a quel momento non avevo mai avuto problemi economici, mia moglie lavorava come geometra e io come operai specializzato, avevo sempre avuto un buon stipendio. La casa, di nostra proprietà, era grande e spaziosa e ogni anno rinnovavamo l'arredamento, almeno in parte. Il conto corrente si era asciugato e mia moglie se ne accorse. Mi chiese spiegazioni e io, quella sera, li confessai che avevo speso quasi 50 mila euro per il gioco d'azzardo. Da quel giorno mi accorsi che la mia era una dipendenza ma nei sei mesi riuscì a perdere almeno cinque volte quella cifra. Nel frattempo la ditta ridusse gli orari di tutti noi lavoratori, anche il mio. Ero sempre più frustrato e non riuscivo a risollevarmi: continuavo a spendere pensando di poter migliorare la mia situazione. 

Quali sono state le reazioni della tua famiglia? "Mi hanno aiutato molto, nonostante i danni che stavo causando a tutti. Dopo alcuni mesi mia moglie riuscì a farmi capire che era necessario che io mi curassi, così mi rivolsi al Sert con l'intento di guarire. Ora sono ancora in cura. Il mio dramma è stata la perdita definitiva del lavoro per alcune assenze ingiustificate ripetute dovute alla mia dipendenza dal gioco d'azzardo. Sono arrivato a farmi prestare dei soldi, continuando a mentire a mia moglie e alla mia famiglia. Ovviamente non vinsi più nulla e venne messe un'ipoteca sulla nostra casa, nella quale avevamo vissuto negli ultimi 20 anni. 

Al giorno, mediamente, quando spendevi per giocare. Hai mai vinto cifre significative? "Non ho mai vinto, è tutto un bluff. E' un sistema pensato per farti perdere soldi e c'è un elevato rischio di sviluppare dipendenza. Adesso mi vengono i brividi quando entro in un bar con le slot machine o quando passo davanti ad una sala slot: le conosco tutte e so quante persone passano ore ed ore lì dentro. Io, fortunatamente, ora non ci metto più piede". 

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