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Cronaca Cortile San Martino / Strada Burla

Via Burla, vuole i giornaletti hard in carcere: la Cassazione dice "no"

I supremi giudici hanno spiegato al detenuto che se vuole quel genere di pubblicazioni se lo deve far spedire o dai suoi familiari o ricevendolo in abbonamento. Non può pretenderli dal fornitore di riviste

I fumetti vietati ai minori di 18 anni non costituiscono "oggetto di indispensabile utilizzo" e per questo i detenuti non possono lamentarsi se questo tipo di fornitura non viene effettuata dalla ditta che ha in appalto la consegna di beni destinati a chi è recluso. Lo sottolinea la Cassazione. In particolare la Suprema Corte, con la sentenza 45410, ha respinto il ricorso con cui un detenuto dell'istituto penitenziario di Parma protestava contro il diniego della direzione del carcere alla sua richiesta di acquisto di un fumetto vietato ai minori di 18 anni.

I supremi giudici hanno spiegato al detenuto che se vuole quel genere di pubblicazioni se lo deve far spedire o dai suoi familiari o ricevendolo in abbonamento. Non costituisce infatti "violazione di un diritto soggettivo" - rileva la Cassazione - il "mancato inserimento di una specifica rivista o di determinata stampa periodica nell'elenco dei beni che l'impresa appaltatrice può acquistare nel libero mercato su richiesta dei detenuti". Alessio A., se vuole, conclude la Suprema Corte "ben potrà farsi inviare la rivista acquistandola direttamente dalla casa editrice o facendosela spedire per posta dai familiari o da altri soggetti che l'acquisteranno per lui all'esterno". Invece la Procura della Cassazione aveva chiesto l'accoglimento del reclamo del detenuto contro l'ordinanza emessa il 30 ottobre 2010 dal magistrato di sorveglianza.

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