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Cronaca

Pizzarotti annuncia la Giornata della Democrazia sul blog di Grillo. Mantelli: "Confusione e superficialità"

Il 29 settembre a Parma si terrà la Giornata della Democrazia. Un appuntamento che fa discutere la politica cittadina. Le domande alla Giunta della segretaria cittadina del Pd: "Come verrà condotta l'assemblea tra 500 persone che non si conoscono?"

Il 29 settembre a Parma si terrà la Giornata della Democrazia. Un evento, promosso dal sindaco Pizzarotti e dall'amministrazione comunale, che fa già discutere i protagonisti della politica cittadina, nonostante la pausa di agosto e le ferie alle porte. Dopo il percorso delle assemblee di quartiere, che abbiamo seguito punto per punto, e verso le quali sono già state espresse molte critiche, la Giunta ha lanciato la Giornata della Democrazia e l'Assemblea dei 500. Il sindaco Pizzarotti lo ha annunciato con un video pubblicato sul blog di Beppe Grillo. E il Pd, per bocca della segretaria cittadina Carla Mantelli, critica l'iniziativa e pone alcune domande all'amministrazione. Dopo le critiche di Ghiretti di Parma Unita ora a schierarsi è il principale partito d'opposizione in Consiglio comunale. 

"Con un video sconcertante per superficialità e confusione -sottolinea Carla Mantelli- il Sindaco ha annunciato sul blog di Beppe Grillo (sic!) la Giornata della Democrazia che si terrà a Parma il 29 settembre. Più volte, come Partito Democratico, abbiamo espresso le nostre critiche alle modalità con le quali sono state organizzate e condotte dalla Giunta Comunale le assemblee di quartiere che, nonostante fossero strutturate "a doppio turno", sono risultate comunque inconcludenti. Abbiamo anche sollecitato l'Amministrazione a istituire una forma di partecipazione dei quartieri dopo l'abolizione del decentramento e, sulla questione, il Gruppo consiliare PD ha presentato una proposta concreta prontamente bocciata dalla maggioranza. Ora si sta appunto organizzando l'ormai famosa "Assemblea dei 500" con lo scopo di elaborare una proposta di regolamento per la partecipazione dei quartieri. Ma forse anche, lo abbiamo scoperto dal video del Sindaco, di introdurre nello Statuto del Comune nuove forme di referendum. Il rischio di perdere solo del tempo è concreto. Così come è concreto il rischio, paventato dai parlamentari Maestri e Pagliari, di delegittimare il ruolo del Consiglio Comunale.

Su un ulteriore aspetto critico però vorremmo mettere l'accento. In linea di principio la ricerca di strumenti di partecipazione diretta, capaci di fornire approfondimenti e proposte agli organi elettivi potrebbe essere accettata. Ma dovrebbero essere esplicitate con grande precisione le caratteristiche e i metodi di tali strumenti. E su questo punto sarebbe innanzitutto necessario che in Giunta ci si chiarissero le idee sullo scopo dell'Assemblea.
Inoltre ci chiediamo: in quale modo i partecipanti (specie quelli sorteggiati dagli elenchi dell'anagrafe) potranno avere informazioni precise sul tema sul quale fare proposte? E' infatti impossibile fare proposte serie senza una corretta informazione. E se le informazioni verranno date solo dalla Giunta, il rischio di orientare il parere dell'assemblea sarà molto forte.

LE DOMANDE. Come verrà condotta la discussione tra ben 500 persone che non si conoscono e avranno linguaggi e stili comunicativi diversi? Chi e come sintetizzerà i pareri emersi? Verranno portati in Consiglio tutte le proposte raccolte? Quelle votate a maggioranza? Quelle che piacciono alla Giunta? E ancora. Se l'assemblea non dovrà prendere decisioni e l'unico decisore sarà il Consiglio Comunale (come è giusto che sia) in che modo l'assemblea si rapporterà al Consiglio Comunale? Se le autocandidature saranno più di 250 che cosa succederà? Qualcuno verrà scartato? E con quale criterio? In che proporzione saranno inserite le persone sorteggiate a seconda del sesso, dell'età, della condizione sociale...? Dal sito del Comune pare che l'assemblea dovrà discutere di una bozza di regolamento. Chi l'ha stesa? Sarà vincolante o sarà possibile presentarne una alternativa? Quando verrà resa nota? Sono solo alcune delle domande che si possono porre e che mostrano chiaramente come sia facile parlare di partecipazione convocando un'assemblea, ma come sia molto più difficile renderla un luogo di effettiva elaborazione libera e democratica. Attendiamo le risposte".

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