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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Acqua azzurra, acqua cara: Parma nella top ten degli aumenti nazionali

In occasione della Giornata Mondiale dell'acqua, indagine dell'Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva su tariffe e qualità del servizio idrico. Nella città ducale il costo è salito del 20,2%

L’acqua del rubinetto? Aumenta la bolletta, diminuisce il livello di soddisfazione e la fiducia da parte degli utenti, specie dopo le recenti decisioni della Commissione Europea che di fatto l’ha resa inutilizzabile ai fini potabili per oltre un milione di italiani. Al Sud, la popolazione che dichiara di non berla abitudinariamente supera il 60% (nel resto del Paese è al 54%), soprattutto a causa del cattivo sapore e di una crescente diffidenza sui controlli di qualità.
Nell’annuale dossier, realizzato dall’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva, le contraddizioni del Servizio Idrico Integrato nel nostro Paese, con dati anche sulla dispersione idrica, e il punto su una riforma che in assenza di una Autorità di regolamentazione rischia di traghettare il settore da monopoli pubblici a monopoli privati.

Cara acqua: rispetto al 2008, il costo dell’acqua non fa che aumentare: +6,7% la media, con aumenti enormi a Viterbo (+53,4%, record nazionale), Treviso (+44,7%) Palermo (+34%) e in altre sette città, dove gli incrementi hanno superato il 20%: Venezia (+25,8%), Udine (+25,8%), Asti (+25,3%), Ragusa (+20,9%), Carrara (+20,7%), Massa (+20,7%) e (Parma +20,2%). In ulteriori dieci città gli aumenti hanno superato il 10%.
In generale, gli incrementi si sono registrati in ben 80 capoluoghi di provincia. Inoltre, secondo dati Istat, da gennaio 2000 a dicembre 2010 l’aumento è stato del 64,4%.

Spesa annua: In un anno una famiglia sostiene in media una spesa di 270€ per il servizio idrico integrato. L’indagine svolta dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva è stata realizzata in tutti i capoluoghi, relativamente all’anno 2009. L’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa o ex nolo contatori. I dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua (in linea con quanto calcolato dal Comitato di Vigilanza sull’Uso delle Risorse Idriche), e sono comprensivi di Iva al 10%.

Differenze tariffarie: Con ben 8 tra le prime 10 città più care, la Toscana si conferma la regione con le tariffe mediamente più alte (369€). Costi più elevati della media nazionale si riscontrano anche in Umbria (339€), Emilia Romagna (319€), Marche e Puglia (312€), Sicilia (279€).
Marcate differenze esistono anche all’interno di una stessa regione: ad esempio, nella stessa Toscana, tra Firenze, Pistoia e Prato (le città più care d’Italia con 421€) e Lucca intercorre una differenza di 185€. Esempi simili si possono trovare anche in Sicilia (tra Agrigento e Catania lo scarto è addirittura di 232€), Piemonte (a Vercelli il costo è di 164€ superiore rispetto a Cuneo), Liguria, Veneto, Marche e Lombardia.

Qualità del servizio & soddisfazione degli utenti:
Ignari e non informati in tema di livelli di potabilità e deroghe, poco avvezzi a leggere la Carta dei servizi, sufficientemente soddisfatti del servizio così come viene loro erogato e quindi dei relativi costi. Anche se poi uno su due dichiara di non bere abitudinariamente acqua del rubinetto, preferendo la minerale. Questa, in sintesi, la relazione tra gli utenti e il Servizio Idrico Integrato come emerso da un’intervista ad un campione accidentale non probabilistico di 1.260 cittadini (44% proviene dal Sud, il 32% dal Centro ed il 24% dal Nord).

In particolare, più di un italiano su due (54%) dichiara di non bere abitudinariamente acqua del rubinetto, preferendo la minerale, soprattutto a causa di cattivo sapore (42%) e scarsa fiducia nei controlli (uno su cinque non sa a chi spettano). In particolare, al Sud la diffidenza nei controlli (52%) è più che doppia rispetto al Nord (23%) e al Centro (15%), aree nelle quali, viceversa, prevale il cattivo sapore quale ostacolo principale ad un quotidiano utilizzo dell’acqua da rubinetto. La spesa media mensile di acqua minerale è di 40€ a famiglia (48€ al Sud).

Per quanto riguarda il livello di soddisfazione complessiva nei confronti del Servizio Idrico Integrato, quasi il 60% degli intervistati si dichiara completamente soddisfatto della quantità di acqua disponibile e della continuità della fornitura, il 48% della regolarità della pressione, ma solo il 24% della qualità dell’acqua.

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