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Cronaca Oltretorrente / Via Santa Maria

Il confino degli omosessuali. 'In Italia sono tutti maschi' in Civica

Giorno della Memoria. Domani alle 18 all'Oratorio Novo della Civica incontro con Lorenzo Benadusi dell'Università di Bergamo e Luca de Santis e Sara Colaone, autori della graphic novel

Anche quest’anno si rinnova l’impegno a mantenere vivo il ricordo delle vittime del fascismo in particolar modo in riferimento alla persecuzione degli omosessuali. Previsto per domani pomeriggio, 29 gennaio 2013, alle 18 all’Oratorio Novo della Biblioteca Civica, grazie a Comune di Parma, Centro studi movimenti, Istituzione Biblioteche del Comune di Parma, un incontro intitolato 'In Italia sono tutti maschi'. Il titolo deriva dalla graphic novel di Luca de Santis e Sara Colaone, che raccontano con parole e illustrazioni il confino degli omosessuali durante il fascismo. Gli autori protagonisti dell’incontro in Civica assieme a Lorenzo Benadusi Università di Bergamo autore de Il nemico dell’uomo nuovo, Feltrinelli 2005, dialogheranno con Brunella Manotti del Centro studi movimenti in occasione della Giornata della memoria.

“Al pari del nazismo hitleriano – come sottolineato da un comunicato diffuso , il regime fascista di Benito Mussolini – fondato su un immaginario virile – mentre giungeva alla definizione “scientifica” dell’inferiorità intellettuale e fisica delle donne, agì per escludere dal corpo sociale anche gli omosessuali, in quanto considerati, come in Germania, pericolosi veicoli di indebolimento della «razza ariana di stirpe italica» nella quale anche l’Italia fascista, con le leggi del 1938, si era andata identificando.

al 1938 al 1942, dunque, l’omofobia fascista portò oltre trecento cittadini all’arresto e al confino di polizia nelle colonie di Ustica, Favignana, alle isole Tremiti e in altri luoghi. Un tema poco noto, soprattutto perché alla fine della seconda guerra mondiale, questa memoria, come molte altre, non ebbe spazio nel nostro paese e, a causa del forte pregiudizio omofobo sopravvissuto alla fine del regime, gli stessi omosessuali vittime della repressione non vollero parlarne.

Un altro mancato processo di elaborazione della memoria collettiva, reso difficile ancora oggi da quei pregiudizi e stereotipi nei confronti dell’omosessualità che ancora sopravvivono nel nostro tessuto sociale”. Importante porre l’accento, ha sottolineato anche lo scorso anno L’ottavo colore in occasione della giornata della Memoria, sull'importanza del ricordo anche delle tante vittime omosessuali che sono state perseguitate e hanno perso la vita, importante tenere vivo il ricordo e sensibilizzare anche i più giovani, per non dimenticare.

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