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Cronaca

"Giovani e alcol, a 10 anni la prima sbronza: ecco perché le donne bevono di più"

Lo psichiatra del Sert, Fertonani: "C'è la voglia di emulare i maschi per farsi accettare dal gruppo"

Giovedì pomeriggio, durante la seduta congiunta delle commissioni consiliari 'Scuola, giovani, sicurezza e partecipazione' e 'Welfare, politiche abitative e lavoro', sono emersi dei dati molto preoccupanti riguardo il problema del disagio giovanile a livello nazionale. Parma non fa eccezione e sembra seguire la tendenza. Secondo questi, l'età media del primo contatto con l'alcol si sarebbe abbassata e sarebbe arrivata a 10 anni. Una situazione che riguarda da vicino anche la città che, dopo il covid, è stata spesso teatro di episodi violenti che hanno riguardato in prima battuta giovani e giovanissimi, spesso invasi da questa ricerca d'identità che porta a voler dimostrare un'affermazione del proprio ego, figlia dell'incertezza dei tempi. Situazioni che trovano principalmente due vie di sfogo: risse e ricerca dello sballo. "Anche a Parma, le statistiche vanno un po' in quel verso e parlano di un coinvolgimento giovanile sempre più deciso - dice Giuseppe Fertonani Affini, psichiatra del Sert di Parma -. Ma qui abbiamo un grosso problema: quello di intercettare le forme di alcolismo giovanile perché i servizi individuano le forme di alcolismo dai 40 ai 60 anni. C'è molta difficoltà a intercettare i giovani, a curarli e seguirli in modo precoce". 

La fotografia attuale della situazione che riguarda il rapporto tra giovani e alcol è cambiata ed è molto preoccupante. "Per tante ragioni - spiega il dottor Fertonani -. Già intorno ai 10 anni si registra la prima esperienza di utilizzo dell’alcol con anche episodi di ubriachezza patologica. Dai 10 ai 22 anni il sistema nervoso centrale è ancora in una fase di sviluppo e quindi i danni indotti dall’alcol sono molto più evidenti e importanti. La prevenzione va fatta in questa fascia d'età. E va fatta in modo radicale. Ad esempio in commissione consiliare abbiamo parlato di un dato che riguarda le ragazze, molto più propense in giovane età a ricercare l'alcol". Una percentuale che si attesta addirittura sul 78%. I maschi restano fermi al 77%. Il perché è presto detto e si nasconde, neanche troppo bene, dietro a una volontà fortissima di essere accettati: "Negli anni del covid e del post covid c'è stata un'accelerata in questo senso - conclude -. Un utilizzo precoce e impregnante delle sostanze alcoliche, soprattutto per attenuare tutta una serie di emozioni negative, per essere accettato dal gruppo, per avere anche un ruolo più importante al suo interno, per accelerare quel fenomeno di emancipazione che nel genere femminile è molto importante ed ha anche una pressione sociale notevole. La donna quindi tende a emulare anche quelli che sono i modelli maschili e beve per essere accettata. Per sentirsi accettata in prima battuta da se stessa". 

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