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Cronaca

Giovani nigeriane stuprate e costrette a prostituirsi: arrestata 'madame' di 42 anni

La donna, le cui iniziali sono A.E.R. è stata portata in carcere dai poliziotti della Squadra Mobile di Parma, al termine di un'indagine iniziata nel dicembre del 2017 per tratta di esseri umani, sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale: un nigeriano 43enne è ancora ricercato

Due giovani nigeriane, una 22enne e una 17enne, fatte arrivare dal loro Paese di origine a Parma con la promessa di un lavoro e poi sfruttate, stuprate e costrette a prostitursi per saldare un presunto debito di migliaia di euro, da saldare con i guadagni derivati dall'attività di prostituzione, che esercitavano lungo le strade della nostra città, sotto la minaccia della violenza fisica e del ricatto psicologico. 

Una donna nigeriana di 42 anni, le cui iniziali sono A.E.R. è stata arrestata, nei giorni scorsi, dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Parma che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di tratta di essere umani, sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il suo complice, un 43enne nigeriano le cui iniziali sono A.G.A., raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per per i reati di sfruttamento della prostituzione delle due giovani vittime e di violenza sessuale si è reso irreperibile ed è ricercato su tutto il territorio nazionale. 

Arrestata una nigeriana per tratta di esseri umani

Altre due persone, marito e moglie nigeriani di 53 anni e 41 anni, sono indagati in stato di libertà per i reati di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento della permanenza illegale sul territorio nazionale. 

L'indagine, avviata nel dicembre del 2017 in seguito alla denuncia presentata dalla vittima minorenne e coordinata dai Sostituti Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna Stefano Orsi e Michele Martorelli, si è conclusa e i poliziotti hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della donna nigeriana, considerata la 'madame' che aveva avvicinato le due connazionali promettendo a loro un lavoro nel nostro Paese, per poi costringerle a prostitursi. 

Dalla Nigeria all'inferno dello stupro e dello sfruttamento

Nel dicembre del 2017 una giovanissima nigeriana, che all'epoca aveva 17 anni, grazie ad un amico, è riuscita a rivolgersi ai servizi sociali del Comune di Parma, raccontando poi tutta la sua storia. Gli operatori l'hanno accompagnata in Questura: qui ha presentato denuncia nei confronti dei suoi sfruttatori ed ha ricotruito la drammatica vicenda di cui era stata protagonista. Dopo essere arrivata in Italia nell'ottobre del 2016, dopo che una sua connazionale le aveva detto che c'era la possibilità di arrivare nel nostro Paese per lavorare come parrucchiera, ha incontrato una donna, la 42enne arrestata nei giorni scorsi. Il nome con il quale si era presentata era Blessing. 

Dopo un viaggio via terra attraverso il deserto africano e via mare attraverso il Mar Mediterraneo, la giovane 16enne è arrivata sulle coste siciliane e, dopo alcuni giorni di permanenza in cui, su indicazione degli stessi che le avevano organizzato il viaggio, dichiarava di avere 20 anni, veniva trasferita in una città del Nord. La 42enne l'ha poi portata in un'abitazione di Parma dicendole che aveva un debito con lei di 20 mila euro: lei avrebbe dovuto pagarlo prostituendosi e consegnando tutti i soldi a lei. La ragazza era vergine: secondo l'accusa la 42enne l'avrebbe costretta a subire violenze sessuali da parte del 43enne nigeriano, A.G.A., per renderla 'pronta' al lavoro di prostituta. 

Per nove mesi la ragazza, che viveva nell'abitazione dei due coniugi finiti nelle indagini pagando loro vitto ed alloggio, è stata costretta a prostitursi lungo le strade di Parma e a consegnare tutti i soldi alla 42enne, la sua madame. Sei mesi dopo una seconda ragazza nigeriana, di 22 anni, ha denunciato la stessa donna, poi arrestata: gli inquirenti hanno trovato vari riscontri all'interno dei due racconti delle vittime di tratta. La 22enne era arrivata in Italia e poi a Bologna con una falsa promessa di lavoro in un negozio di abbigliamento: la 42enne l'avrebbe portata in un appartamento dicendole che aveva con lei un debito di 25 mila euro che avrebbe guadagnato prostituendosi per lei. La giovane è rimasta nell'appartamento della donna, fino all’agosto del 2017, consegnandole circa 9 mila euro, oltre al pagamento dell’affitto, delle spese di vitto e delle utenze.
 

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