Giovanni Damiano Drago: il procuratore che portò Gnoukouri al Parma
Il 32enne, accusato dagli inquirenti di essere il principale artefice del traffico di baby calciatori dalla Costa d'Avorio: freelance, aveva contatti trasversali e trattava con società di serie A e di serie B
Aveva contatti con società calcistiche di serie A e di serie B, era un freelance, lavorava all'occorrenza come talent scout. Il procuratore Giovanni Damiano Drago, arrestato la mattina di oggi, venerdì 1° dicembre, dai poliziotti della Squadra Mobile di Parma, secondo gli inquirenti sarebbe l'artefice del traffico di baby calciatori che, dalla Costa d'Avorio, arrivavano in Italia, grazie a documenti che attestavano false parentele con finti genitori di nazionalità ivoriana. L'attività del procuratore nasce nel 2012 da alcuni rapporti con società calcistiche della Costa d'Avorio: grazie a questi rapporti osservava i giovanissimi giocatori più talentuosi e si garantiva una specie di diritto di prelazione sui migliori.
La struttura organizzativa di cui, secondo le accuse, sarebbe a capo si occupava di cercare cittadini ivoriani disponibili ad assumere il ruolo di falsi genitori: i ragazzi, una volta pronti i documenti falsi, venivano fatti arrivare in Italia: dopo il Visto ottenevano il permesso di soggiorno per ricongiungimento famigliare. Drago si sarebbe occupato di gestire i ragazzi da tutti i punti di vista: alloggio e mantenimento prima, avvio alle scuole calcio italiane dopo. L'attività veniva portata avanti anche grazie ad una rete di collaboratori, anche loro finiti nell'inchiesta come indagati a piede libero. Il traffico fruttava diverse centinaia di migliaia di euro: i profitti ricavati dalla vendita dei cartellini. Tra i calciatori fatti arrivare in Italia ci sarebbe anche Assan Gnoukouri, arrivato al Parma e poi passato all'Inter. Il braccio destro di Drago, sempre secondo le accuse, sarebbe Abdouraman Kone, uomo di fiducia che avrebbe fatto da trait d'union con i veri genitori dei calciatori in Costa d'Avorio.
Giovanni Damiano Drago è stato anche coordinatore dei giovani dell’Italia dei Valori: nel 2016 era stato messo agli arresti domiciliari nell'ambito dell'operazione Borderland contro l'Nndrangheta. L'accusa è di violenza privata: avrebbe incaricato Massimo Colosimo, arrestato nella stessa indagine, di picchiare un cittadino extracomunitario che vantava, nei suoi confronti, un credito di 200 euro.