La testimonianza dall’Ucraina sotto attacco: “Bombe, sangue e missili ovunque. Ma non ci fanno lasciare il Paese”
Padre Andrei, il parroco di Leopoli che celebra a Parma per la comunità greco-cattolica: “Bloccato alla frontiera, situazione grave”
La linea telefonica va e viene, padre Andrei è a Leopoli, ci è tornato qualche giorno fa per completare qualche adempimento burocratico. Non è facile parlare con lui, è tornato a casa e nel giro di pochi giorni si è ritrovato nei dintorni l'odore della paura, perché mentre organizzava il suo ritorno a Parma è scoppiata la guerra. E il Governo ucraino ha bloccato tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni all'interno del perimetro nazionale. "C'è lo stato di guerra - dice il pastore della comunità greco-cattolica della Chiesa di San Giorgio a Parma - se occorre devono impugnare le armi. Anche i sacerdoti sono bloccati. Da due giorni sono alla frontiera, non posso uscire dal paese per entrare in Polonia, c’è una grande coda, penso più di una cinquantina di chilometri. A Leopoli la situazione molto grave, gli uomini non possono lasciare l’Ucraina e donne e bambini sono in fila per provare a mettersi al sicuro. Attorno alla città molti presidi militari, magazzini per i rifornimenti e le caserme vicine sono stati bombardati. Io vi terrò aggiornati".
A padre Andrei, che ha parte della famiglia in Ucraina e parte in Italia, fa eco Svitlana, una badante che vive in italia da ventun'anni. La figlia ha con sé il minimo indispensabile. Una piccola valigia, le cose necessarie: "Il resto l'ha lasciato a casa - dice Svitlana con la voce piena di speranza -. Almeno una buona notizia, in mezzo a una situazione drammatica. La gente scappa con i bimbi in braccio, le macchine formano code chilometriche, le frontiere hanno ripreso a funzionare dopo un paio di giorni e dopo più di mille chilometri mia figlia è riuscita a mettersi al sicuro. E' in Polonia adesso, l'aspetto qui. Si è laureata l'anno scorso in Economia, poi è voluta tornare in Ucraina dove ha deciso di rimanere in attesa di lavoro. Lì c'è casa nostra, poi con il covid si è fermata un po' di più. Speravo tornasse prima, qui ho mio figlio che studia ancora, gli mancano pochi esami. In Ucraina è un macello. Stanno bombardando anche i palazzi dove vivono i civili. Ma non riesco a darmi una spiegazione: perché tutto questo? Quando l'Ucraina ha rinunciato alle armi nucleari, Europa e USA hanno promesso - attraverso il memorandum di Budapest - di aiutare l'Ucraina. Adesso dove sono? Sono assassini senza armi anche loro.
Stanno distruggendo tutto: la regione di Odessa, Kiev, la parte vicina alla Bielorussia, gli stabilimenti lungo il Mar Nero: tutto bombardato. Attraverso attacchi di terra e per aria. A Odessa ho una sorella con la sua famiglia: mi hanno detto che stanotte hanno cercato di dormire nella grande chiesa, nelle cantine dei palazzi, le bombe ti piovono in testa e non sai perché. Si dorme nelle stazione della metropolitana. Pur di uscire dall'Ucraina la gente è disposta a tutto. Se ti metti per strada ci vuole tempo per arrivare al confine, quindi la gente pensa a proteggersi in questo modo.
Cosa pensate? Che Putin si fermerà all'Ucraina? Dopo aver preso l’Ucraina non si fermerà. Siamo disperati, nessuno di noi può fare niente. E' un inferno, una crudeltà. Posso dire che la storia non ha insegnato nulla di nuovo. La democrazia fa schifo, rivoglio la mia famiglia e prego perché tutto questo finisca".