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Cronaca

I parmigiani contro la zona rossa: "Sarebbe una catastrofe sociale ed economica"

Tra oggi e domani si decide sul passaggio: "Più vaccini, altro che misure più restrittive"

L'ipotesi del passaggio dalla zona arancione alla zona rossa, a partire da lunedì 8 marzo, è sempre più probabile anche per il nostro territorio. Tra oggi, giovedì 4 e domani venerdì 5 si deciderà definitivamente. Dopo che ieri il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha sottolineato la necessità di misure più restrittive ed immediate, si attendono gli aggiornamenti sul tema. L'ordinanza sarà firmata dal Ministro della Salute Speranza nella giornata di domani, venerdì 5 marzo.

Già diverse zone della nostra regione sono passate, per ordinanza del presidente, dalla zona arancione alla zona arancione rinforzata o direttamente alla zona rossa. Da Bologna a Modena. Parma, per ora, è rimasta fuori da questi provvedimenti, anche perchè la crescita del numero dei contagi è inferiore. Marzo 2020 e marzo 2021: è passato un anno esatto dal primo lockdown. Ora ce ne potrebbe essere un altro alle porte. Cosa ne pensano i parmigiani di questa ipotesi?

"Sicuramente sarebbe una botta molto forte per tutte le attività commerciali che già in zona arancione sono duramente colpite. Un passaggio prima di una catastrofe economica per il nostro terrritorio" sottolinea un uomo di mezza età in piazza Garibaldi, a spasso con il cane. 

"Credo che la chiusura delle scuole - racconta una studentessa delle superiori - sarebbe più opportuna visto che la variante inglese si diffonde soprattutto tra i ragazzini, piuttosto che il passaggio diretto in zona rossa"

"Zona rossa? Ormai è sicura, non serve continuare a dire che è solo un'ipotesi. E' questa l'opinione di un 30enne alla fermata del bus di via Mazzini. "Lo sapevano già da settimane: per fortuna che lo stesso Bonaccini si era schierato contro il mantenimento del sistema a zone e che il nuovo Governo avrebbe dovuto invertire la rotta dei provvedimenti dell'esecutivo di Conte".

"Io spero solamente che passato il mese di marzo si possa tornare a respirare, almeno con la riapertura delle principali attività commerciali, dei bar e dei ristoranti, penso soprattutto a chi li gestisce". 

"Non credo che il passaggio alla zona rossa - argomenta una ragazza in via Farini - possa risolvere o cambiare qualcosa: occorre imporre alla multinazionali farmaceutiche - ma questo non può farlo solo il nostro Governo - di rispettare i patti e fornire le dosi di vaccino necessarie per vaccinare tutta la popolazione entro pochi mesi. E' assurdo pensare che, come sanità pubblica, saremo in grado di vaccinare migliaia di persone al mese e che invece siamo tenuti in scacco da aziende private, che guadagnano anche sulla vita e la morte della gente". 

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