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Cronaca

Il proprietario dell'Open Shop 24 sanzionato: "Come posso controllare i clienti?"

"Ho deciso di non riaprire: c'è un vuoto legislativo"

Dopo le sanzioni ai danni del distributore automatico Open Shop 24 di via Bixio, con l'imposizione della chiusura per cinque giorni dell'attività a causa di un cliente sorpreso a consumare un caffè nei pressi del distributore il titolare replica: "Non sono presente e non avrei nemmeno il potere di allontanare i miei clienti dal distributore automatico".

"Mi chiamo Gianluca Cantarelli, titolare di due Open Shop 24, negozi di vendita di alimenti e bevande attraverso distributori automatici e attualmente ritengo di essere oggetto di un vuoto legislativo. Mi spiego meglio: in entrambi i punti vendita, sia a Reggio Emilia che a Parma, le mie attività sono state sanzionate a causa delle disposizioni anti-assembramento. 

A Reggio, sono stato incolpato di non avere disperso persone che stazionavano per il caffè nelle adiacenze del negozio e dal colloquio avuto successivamente con la Municipale ho avuto la netta sensazione di essere stato l’unico sanzionato. 

A Parma, sia io che il mio cliente siamo stati sanzionati perché quest’ultimo stava bevendo un caffè da solo nelle adiacenze del locale. Nulla da dire, peccato che per dare legittimità al verbale la mai attività sia stata indicata come ristorazione con asporto, situazione che non corrisponde alla realtà, avendo io un’attività di vendita al dettaglio nel settore alimentare. In nessuno dei due casi io ero presente, trattandosi di attività automatiche.

Ora veniamo all’incipit del mio sfogo… io, come tanti altri gestori miei omologhi, siamo oggetto di un vuoto legislativo.
Ho una attività di vendita di alimenti e bevande, attenzione, non di somministrazione. Sulla carta sono equiparabile ad un negozio di alimentari. I decreti ministeriali e le ordinanze regionali, nel momento in cui scrivo, mi consentono espressamente di rimanere aperto. 

Sulla carta sembrerebbe tutto a posto, ma c’è un ma: la mia attività, per definizione non è presidiata, salvo le normali attività di pulizia e rifornimento delle macchine. Il cliente, in totale autonomia svolge i propri acquisti e li consuma, in una situazione di normalità, esattamente dove ritiene più opportuno.
In questo momento però l’ordinarietà non sembra funzionare: sono stato sanzionato IO per una sorta di omessa vigilanza, vigilanza che però non solo è difficilmente conciliabile con il mio tipo di attività, ma che non ho neppure l’autorità per esercitare. Credete, infatti, che anche piantonando per 24 ore i miei negozi, potrei, IO, impedire agli eventuali clienti di sostare sulla pubblica via davanti al mio negozio? Con quale potere potrei farmi valere? 

Ho ricevuto in meno di una settimana 800 euro di sanzioni e l’imposizione della chiusura di 5 giorni per ogni locale. A Reggio il periodo di chiusura è già scaduto, a Parma scadrà a breve, ma io non me la sento di riaprire, non mi sento tutelato, bensì mi sento esposto al libero arbitrio di chi fa il controllo, essendo, appunto oggetto di un vuoto legislativo. Posso rimanere aperto, ma con l’altissima probabilità di collezionare una serie di multe e di prestare il fianco ad una serie di aperture on-off, e, francamente, vista la stagione e visto il passeggio risicato, è molto più il danno del gusto. 


Quindi rimango chiuso fino a quando non avrò gli strumenti per capire cosa devo fare: ho scritto già ad entrambi i comuni, sto ragionando con la mia associazione di categoria e con il mio avvocato, ma la quadra per aprire con la certezza di non essere sanzionato al momento non si trova, occorrerebbe decisamente un riscontro delle istituzioni, che, non ho dubbi, non otterrò mai. 
La domanda che ho in testa è: in che modo dovrei riaprire i miei negozi, perché sarebbe paradossale che venissi ri- sanzionato a ogni apertura, no? Voglio, come tutti, poter lavorare e voglio poterlo fare nel rispetto delle regole, ma mi sento in un vicolo cieco: se riapro, come mi sarebbe consentito, rischio la sanzione, se non riapro perdo il fatturato e per me i ristori non esistono, la legge, infatti, mi consentirebbe di rimanere aperto, ma a mio rischio e pericolo ed il rischio ora è troppo alto".

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