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Cronaca

L'esperta: "Stalking ufficialmente un problema sociale"

La psicologa Ilaria Patteri spiega i retroscena della nuova piaga del secolo

"La vittima, la cui quotidianità viene ripetutamente violata e limitata dal molestatore, vive in un continuo stato d’ansia e di paura che può determinare lo sviluppo di disturbi psicologici e psicopatologici stress-correlati fino a sfociare, in alcuni casi, in una condizione psicopatologica severa". La psicologa Ilaria Patteri di Emdr Italia, ha fatto il punto della situazione. Ha cercato di spiegare l'evoluzione del fenomeno, con dettagli significativi sui casi. A Parma, le denunce sono in calo, secondo i dati forniti dalla Polizia che però, al pari della studiosa, è preoccupata dalle mancate segnalazioni. 

Dottoressa, che cos'è lo stalking e chi è lo stalker?

"Il termine “stalking” indica una serie di comportamenti piuttosto complessi, reiterati, di tipo persecutorio da parte di un soggetto appunto lo stalker o molestatore, nei confronti di una persona che diventa vittima. Si tratta di condotte vessatorie che si possono manifestare sotto varie forme: minacce, molestie, atti lesivi, comportamenti di sorveglianza, controllo, ricerca di contatto e tentativi di comunicazione con la vittima, fino ad arrivare a comportamenti di aggressione fisica con esiti anche fatali per chi li subisce. Questi comportamenti hanno un effetto destabilizzante sull’equilibrio psicologico di chi li subisce. come il Disturbo da Stress Post-Traumatico. Anche se la storia delle molestie persecutorie assillanti esiste da quando esistono i rapporti umani, è solo, purtroppo, in tempi relativamente recenti che lo Stalking è diventato un problema sociale di grande rilevanza richiamando l’interesse dei media, della società civile, della comunità scientifica e finalmente, nel nostro paese, anche quello del legislatore. Si tratta di un fenomeno piuttosto disomogeneo".

In che senso?

"La vasta gamma di condotte che possono essere considerate persecutorie o moleste e delle motivazioni (vendetta/rivendicazione, passionale, sessuale…) che sottendono tali comportamenti è tale da aver determinato un problema sostanziale di definizione e con esso anche di legislazione e tutela delle vittime. Non esiste un modello di condotta tipica, cosi come non esiste un profilo tipico dello stalker. I dati ci dicono che nella maggior parte dei casi si tratta di uomini, giovani adulti, di solito ex-partner della vittima incapaci di accettare un rifiuto o un abbandono, ma possono anche essere conoscenti, collaboratori/colleghi, vicini di casa o perfetti sconosciuti. La vittima scelta dall’uomo stalker è comunque di sesso femminile. Le donne stalker, invece, possono perseguire indifferentemente sia uomini che donne ma solitamente vittime con le quali avevano sviluppato una pregressa conoscenza".

Quali sono i disturbi psichiatrici?

"Secondo alcuni esponenti della comunità scientifica non sempre il molestatore assillante si identifica con un soggetto affetto da disturbi psichiatrici anche se le condotte messe in atto dallo stalker nei confronti della vittima manifestano un disagio significativo nella sfera relazionale che può essere verosimilmente riconducibile a vissuti traumatici nelle relazioni con le figure di attaccamento quindi traumi in età molto precoce dello sviluppo. Certamente lo stalking non rappresenta un disturbo psichiatrico specifico ascrivibile ad una categoria nosografica a sestante piuttosto un sintomo comportamentale frequente di una condizione di personalità o disturbo psichiatrico come la Schizofrenia, il Disturbo Bipolare, e Disturbi di Personalità Borderline, Paranoide e Narcisistico. Le strategie di intervento e trattamento si riferiscono a quelle specifiche per disturbo sottostante".

E' un fenomeno che conosce, se ne parla?

"Si tratta sicuramente di un fenomeno di cui si parla sempre più spesso sia perché frequentemente coinvolge persone famose e dello spettacolo sia perché, purtroppo, arriva agli onori della cronaca quando però per la vittima è ormai tardi. Tuttavia non credo che sia un fenomeno sufficientemente conosciuto nelle specifiche caratteristiche di base. Spesso le attenzioni persecutorie portate avanti da un soggetto nei confronti della vittima, soprattutto se si tratta di partner o ex partner vengono interpretate come normali reazioni di un individuo geloso, magari anche particolarmente geloso che vuole ristabilire la relazione finita. Questo rischia di sottovalutare e minimizzare comportamenti che sono di fatto vere e proprie persecuzioni e dilatare nel tempo interventi appropriati. Per questo motivo, senza ovviamente sfociare un inutile allarmismo, si dovrebbe implementare una campagna di sensibilizzazione e informazione a riguardo soprattutto nelle popolazioni maggiormente a rischio di trasformarsi in vittime di questo reato".

Cosa la preoccupa maggiormente?

"Si tratta certamente di un fenomeno estremamente serio e preoccupante già nelle forme classiche. Oggi ancora di più. La globalizzazione telematica ha determinato, infatti, un aumento smisurato di casi di minacce, intimidazioni e persecuzioni attuati attraverso il web. Si tratta di quello che viene chiamato cyberstalking nel quale le e-mail, le chat e siti internet rappresentano il principale strumento di molestia da parte del persecutore. Ovviamente l’utilizzo ad oggi dilagante e spesso incontrollato tra i più giovani di internet e dei servizi che fornisce rischia di abbassare notevolmente l’età sia delle vittime che dei molestatori"

Si può prevenire il dilagare tra i giovani?

"Allo stato attuale risulta molto difficile prevenire il fenomeno dello stalking. Tuttavia, è possibile e fondamentale, come dicevo, fare un’opera di sensibilizzazione e informazione anche e soprattutto nelle scuole su che cos’è lo stalking, come riconoscerlo e come proteggersi se si è bersaglio di comportamenti persecutori. Laddove sussistono chiare condotte persecutorie il modo più efficace per prevenire la violenza è chiaramente quello di agire tempestivamente sul comportamento di stalking e, dove possibile, trattare il molestatore assillante. Si sa che il trattamento obbligatorio è possibile solo se prescritto dal tribunale o se lo stato mentale dello stalker giustifica la detenzione ai sensi delle leggi sulla salute mentale. Ma non in tutti casi questo risulta attuabile".

Come fare per proteggere le vittime?

"In un mondo ideale la prima strategia di protezione sarebbe quella di evitare di stabilire rapporti con persone possessive, molto gelose e dipendenti. Nel mondo reale quando ormai i comportamenti persecutori hanno avuto inizio, è importante coinvolgere subito la polizia se si sente di essere in pericolo, informare parenti e amici, rifiutare di avere contatti con lo stalker, documentare gli episodi attraverso registrazioni o diari, non seguire abitudini routinarie ed uscire in orari maggiormente affollati e in luoghi non isolati. Purtroppo ancora oggi, per quanto se ne parli, le vittime di stalking sono ancora per la maggior parte restie a denunciare il proprio persecutore per vergogna, timore di non essere credute o paura delle conseguenze. Secondo alcuni studi solo la metà delle vittime arriva a coinvolgere le forze dell’ordine. Questo ci da la misura di quanto ancora importante sia il ‘sommerso’ di questo reato e di quante vittime rischiano di subirne le conseguenze peggiori".

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