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Cronaca Pablo / Viale Antonio Gramsci

Licenziati 12 addetti al trasporto pazienti: si incatenano al Maggiore

Si sono incatenati ai cancelli dell'Ospedale Maggiore i 12 addetti al trasporto interno dei pazienti che hanno appreso di essere stati licenziati dopo oltre 10 anni di servizio. Resteranno incatenati a oltranza sino a quando non avranno risposte

Si sono incatenati in segno di protesta i 12 addetti al trasporto dei pazienti interno all'Ospedale Maggiore dopo aver appreso, senza conoscere le motivazioni, di essere stati licenziati. Oltre al danno la beffa. Questo il commento amaro di uno dei dipendenti, licenziati dopo la revoca dell'appalto all'ati, ma non piu' assunti dalla nuova azienda, appena subentrata. Lunghi mesi di vicessitudini che hanno coinvolto l'Ati con battaglie portate avanti dai lavoratori per difendere i propri diritti, ottenendo in sede giudiziaria il riconoscimento di condotta antisindacale da parte di Croce Italia Marche, Croce Verde Fano, Croce Azzurra Fano.

Dopo la revoca dell'appalto all'Ati e la conseguente mobilità per i dipendenti è subentrata una nuova azienda, la Cidas, che, invece di riassumere il vecchio personale ha operato tagli attraverso modalità, secondo i dipendenti, fortemente discriminatorie. "Sono stati usati criteri fortemente discriminatori nella attuazione dei licenziamenti -afferma il delegato CGIL Maria Vescovi - si tratta di dodici persone, quasi tutte donne, e tutte appartenenti a RSA, persone che in tutti questi anni si sono battute e ci hanno messo la faccia per la difesa dei diritti. Un criterio basato non certo sul merito, non certo considerando gli anna di servizi e l'esperienza maturati, dato che sono state assunte persone che hanno appena qualche mese di esperienza, lasciando a casa altre che, invece, lavoravano li da 15 o 20 anni".

"Ci ritroviamo a essere penalizzati per aver espresso la nostra opinione e aver lottato per difendere i nostri diritti – afferma Daniele Faelli, Rsa Filt Cgil –. L'intenzione è quella di ridurre il numero dei dipendenti: il servizio che ora facevamo in 50 lo vogliono fare in 28, perchè è cambiata la suddivisione interna dei compiti. Ma in tutto questo c'è una cosa molto strana. La Proges aveva un servizio pedonale che faceva solo la radiologia del Pronto Soccorso, in cui erano impiegati sei dipendenti. In tutto questo, quando si comincia a palesare la possibilità che qualcuno potesse perdere il lavoro, dopo gli incontri salta fuori che l'Azienda toglie il servizio a Proges, ma quei sei dipendenti Proges li deve inserire nuovamente nel suo servizio, allora sono stati assunti sei Os per fare il nostro lavoro, togliendo sei posti a noi che siamo qui. L'azienda ospedaliera o la Cidas ci devono dare risposte, devono dirci il perchè del nostro licenziamento, il metodo di scelta. Che abbiano il coraggio di venircelo a dire!". Questi i motivi della scelta estrema di incatenarsi ai cancelli: "Staremo qui a oltranza – afferma una dipendente –, qualcuno prima o poi dovrà darci una risposta". Tra le persone che hanno perso il lavoro c'è chi ha figli a carico, famiglie monogenitore, persone che rischiano di andare incontro a serie difficoltà economiche.

Protesta dipendenti trasporto pazienti licenziati

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