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Cronaca

Inceneritori: il pantano nazionale Oggi corteo dalle ore 18 in piazzale Santa Croce

"Nessun dorma, Parma chiama Italia" il nome scelto per la manifestazione a cui hanno risposto vari deputati e senatori M5s, importanti associazioni e comitati come Isde -associazione nazionale medici per l'ambiente- insieme a tanti altri che combattono, a livello territoriale e non, in difesa dell'ambiente e della salute

Partirà oggi alle 18 da Piazzale Santa Croce l'attesa manifestazione contro l'inceneritore di Ugozzolo. La protesta è ripartita più di un mese fa quando la multiutility Iren ha inviato la richiesta alla Provincia per incrementare il carico di rifiuti da incenerire. Si parla di un aumento di 55 mila tonnellate, da 135 mila a 190. Iren dal canto suo non fa altro che adeguarsi al decreto legge nazionale "sblocca Italia" che con l'articolo 35 presume di risolvere il problema dei rifiuti nel paese portando a pieno carico gli inceneritori presenti sui territori e promuovendone la costruzione di nuovi. Nello studio di impatto ambientale presentato dalla multiutility si parla di un 'leggero' incremento del traffico veicolare: 7/8 camion in più che arriverebbero giornalmente all'inceneritore. Una crescita dell'inquinamento atmosferico che Paterlini -a.d. di Iren Ambiente chiamato a rendere conto all'amministrazione- ha giudicato "insignificante" dato l'inquinamento atmosferico già compromesso nella nostra città e più in generale nella regione, chiamata appunto "zona rossa" per i livelli di guardia presenti nell'aria. Tornando a un mese fa quando è venuta alla luce la domanda di implementazione da parte di Iren i vari oppositori alla costruzione dell'inceneritore hanno riacceso la protesta.

L'amministrazione in maniera corale -tramite anche delibera comunale -ha richiesto l'annullamento della domanda di Iren. Gli avvocati "ambientalisti" Allegri e De Angelis, che già si erano fatti sentire inviando all'autorità nazionale anticorruzione un esposto sulle illegittimità di costruzione dell'impianto, hanno diffidato Provincia e Comune "ognuna per le proprie competenze" a lasciare la libertà all'azienda di continuare la sua attività in considerazione delle reiterate inadempienze. "Nessun dorma, Parma chiama Italia" il nome scelto per la manifestazione a cui hanno risposto vari deputati e senatori del movimento 5 stelle, importanti associazioni e comitati come Isde (associazione nazionale medici per l'ambiente) insieme a tanti altri che combattono, a livello territoriale e non, in difesa dell'ambiente e della salute.

In mancanza di un piano nazionale di gestione rifiuti il governo ha portato avanti il decreto statale da poco varato "sblocca Italia" che sostiene la scelta degli inceneritori come unica soluzione pragmatica allo smaltimento rifiuti, nonostante le varie manifestazioni di dissenso, non ultima quella promossa dalle "mamme contro l'inceneritore" che in provincia di Firenze si stanno opponendo al sindaco PD Nardella per la costruzione di un nuovo impianto. Continuare a considerare lo smaltimento dei rifiuti come un problema risolvibile solo con altro incenerimento alimenta un sistema in mano a multinazionali che da ciò traggono immensi profitt,i creando gravi danni alla salute e all'ambiente. Questo circolo vizioso blocca l'applicazione di metodologie alternative e realmente sostenibili e annulla la ricerca di nuove tecnologie. Altri paesi hanno fatto diventare il " problema" una "risorsa", attraverso il riciclo quasi totale degli imballaggi derivanti dalla raccolta differenziata. In questo modo il ciclo dei rifiuti viene chiuso. Tale scenario non è applicato nel panorama italiano che invece spende per esportare all'estero l'imballaggio da riciclare. Riusciremo mai ad uscire dal "pantano nazionale" preservando salute e ambiente?

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