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Cronaca

La Federazione Autotrasportatori Italiani: "Noi trattati come bestie, visti come untori"

"Nel cuore dell’epidemia, trasportiamo come ogni giorno l’economia del nostro Paese, consentendo di produrre ricchezza e soddisfare i bisogni degli individui ogni giorno"

Nei giorni scorsi l’autotrasporto e i suoi addetti hanno ricevuto parole di conforto e di ringraziamento da parte di tante autorità a cominciare da Sua Santità per la loro incessante attività in un momento delicato, ma non dobbiamo dimenticare i tanti disagi procurati da comportamenti deplorevoli da parte di alcune (troppe) aziende che hanno negato l’utilizzo di servizi igienici o persino un caffè al distributore di bevande a questi lavoratori che proprio con il loro impegno garantivano loro di mantenere in esercizio l’azienda. 

L’autotrasporto non si sente eroico come qualcuno ha voluto sottolineare, ma si comporta come sempre, con il solito senso di responsabilità verso il Paese ed i suoi cittadini, anche di fronte ai maggiori disagi e ai pericoli che incontra in seguito alla grave situazione sanitaria in atto. 

Noi autotrasportatori ci troviamo letteralmente in trincea; oggi, nel cuore dell’epidemia, trasportiamo come ogni giorno l’economia del nostro Paese, consentendo di produrre ricchezza e soddisfare i bisogni degli individui ogni giorno, siano essi beni di ogni genere, tra cui quelli di prima necessità presenti nei supermercati anche nei giorni festivi oppure semilavorati o materie prime per l’industria. 

Ebbene nonostante questo ruolo essenziale, troppe volte siamo lasciati senza dignità, bistrattati sulle strade e negli stabilimenti come fossimo le peggiori bestie o persino untori, ma in realtà siamo individui con le nostre storie, le nostre famiglie, i nostri impegni e le amicizie, pur trascorrendo la gran parte delle giornate lontano da casa. 

In questi ultimi giorni le aziende di autotrasporto insieme ad altre aziende di altri settori ricevono lettere da alcuni clienti che a causa del ‘coronavirus’ non potranno adempiere ai pagamenti in scadenza nei prossimi giorni e nei prossimi mesi per i servizi ricevuti, proprio quei clienti che sono stati serviti e messi nelle condizioni di mantenere aperte le aziende e i supermercati anche in questo difficile periodo. 

Non è ammesso questo ulteriore sciacallaggio! 

Aver contribuito alle loro attività, al loro benessere, correndo ancor più pericoli del solito e trovarsi oggi beffati, con il rischio reale di incorrere in situazione di carenza di liquidità del settore, già fortemente penalizzato da una elevata, quanto dura, concorrenza e da tanti costi e regole da rispettare è inaccettabile. 

Non è più solo una previsione, ma ormai è certa la crisi di molte piccole e medie aziende del settore, soprattutto quelle locali e con esse i propri lavoratori e le loro famiglie, e la conseguenza sarà di ridurre fortemente la capacità di circolazione delle merci (e dell’economia) e l’approvvigionamento alle fabbriche ed ai supermercati. Questa situazione avrà ripercussioni per tutto il Paese che, già provato, sarà chiamato ad affrontare una delle fasi più delicate e difficili dal punto di vista sociale ed economico. Un simile atteggiamento sarebbe disumano. 

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