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Cronaca

La Sala Meeting di Radiologia dedicata a Edi Maiavacchi, l’infermiera morta di Covid

Una targa per ricordare “chi ha donato il suo impegno professionale con forza, entusiasmo, coraggio e dedizione, fino al sacrificio della Vita

"Rimangono per sempre la riconoscenza e la memoria per chi ha donato il suo impegno professionale con forza, entusiasmo, coraggio e dedizione, fino al sacrificio della Vita": questa la dedica in memoria di Edi Maiavacchi, la prima infermiera dell’Ospedale Maggiore caduta sul campo a causa del Coronavirus.

Ad un anno dalla sua scomparsa la Direzione generale in accordo con il Direttore del Dipartimento Diagnostico Nunziata D’Abbiero, il Direttore della Direzione delle Professioni sanitarie Marina Iemmi e, in particolare, il Direttore di Radiologia Massimo De Filippo hanno voluto ricordare la stimata professionista del Maggiore, intitolandole la Sala Meeting del “suo” reparto di Radiologia.

Al loro fianco i colleghi che hanno condiviso con Edi Maiavacchi il lavoro quotidiano come Claudio Irmici, coordinatore tecnico, e Athos Pezzani, dirigente assistenziale dipartimento Diagnostico. Commossi per la scomparsa di una donna che il marito Fedele Ladisa, con i figli Marco e Paolo, descrive con queste parole: “Eccellenza era la sua stella polare e per lei rappresentava la strada giusta e necessaria per crescere e migliorare non solo come professionisti ma come esseri umani”.

La sorella Erica insieme alla madre Anna Maria aggiunge “L’intitolazione di quest’aula a Edi ci rende orgogliosi perché significa che i suoi colleghi la vogliono tenere qui con loro. Mia sorella era dolce ma determinata, semplice ed empatica, energica e propositiva, insomma una donna normale con i suoi tanti pregi e i suoi difetti, legata agli affetti più cari e amante del proprio lavoro”. E proprio gli ex colleghi di Edi, ad un mese dalla sua scomparsa avevano destinato la somma raccolta per festeggiare il suo imminente pensionamento alla Assistenza Pubblica “una donazione in tua memoria fatta da tante persone che ti portano nel cuore”.

Il male ha avuto il sopravvento – le parole dell’amica e insegnante del figlio Paolo Giuliana Baldon – ma Edi ha vinto perché ha lasciato un ricordo indelebile e perché una vita spesa al sacrificio di sé diventa luce per tutti”.

E’ un ricordo e un grazie a tutte le persone di questo ospedale che si è sono impegnate con tutte le loro forze per affrontare questo periodo”, ha aggiunto Marina Iemmi Direttore della struttura Direzione Professioni sanitarie.

E’ un onore poter dedicare la sala riunioni del suo reparto ad una professionista ha dedicato tanto impegno e passione al suo lavoro – ha concluso il direttore generale Massimo Fabi - anche se ci addolora profondamente che sia rimasta vittima, tra le prime, di questa pandemia che sta procurando sofferenza e dolore in tante famiglie. Il suo ricordo ci darà la forza per continuare a lottare ogni giorno in corsia, al fianco dei pazienti”.

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