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Cronaca

"La seconda ondata aumenterà il disagio: in città ci sono più poveri"

Il presidente di Caritas, Cecilia Scaffardi: "Preoccupa la concomitanza del tempo invernale che richiede maggiori spese per il riscaldamento e rappresenta un’incognita per chi ha una vitaun più disagiata"

Sono circa 300 le famiglie in più che hanno chiesto, in questo periodo particolarmente gravoso, aiuto alle associazioni. Un aumento che va da 1100 a 1400 famiglie alle quali va un pacco spesa per affrontare le difficoltà.  “Stiamo ancora affrontando, possiamo dire, le conseguenze della prima ondata della pandemia. Alle nostre porte giungono numerose richieste per il pacco della spesa e non sono ancora diminuite, così come la richiesta del pasto caldo alla mensa, ancora consegnato nella forma della monoporzione da asporto”. Il presidente di Caritas, Cecilia Scaffardi, evidenzia i drammatici risvolti sociali che l’emergenza sanitaria nasconde nelle sue pieghe infinite. “In questo ultimo periodo sono aumentate le richieste per le bollette che erano state momentaneamente sospese e anche per spese sanitarie – dice la Scaffardi - quindi siamo ancora in una fase acuta, dove bisogna affrontare un po’ le conseguenze della prima ondata. Nel frattempo il disagio per la seconda è già scoppiato. Noi siamo consapevoli che sono ancora latenti e prossimi all’esplosione anche nuove realtà di bisogno”. A ridosso del Natale, la fotografia offerta da Parma rimane problematica.

“La seconda ondata che è in atto e che senz’altro avrà nuovamente delle ricadute a livello sociale ci preoccupa – continua la Scaffardi - preoccupa anche per una concomitanza del tempo invernale che richiede maggiori spese per il riscaldamento e soprattutto rappresenta un’incognita per chi ha una vita un pochino più disagiata. Ci sono delle difficoltà economiche che diventano anche difficoltà per l’istruzione: pensiamo a tutto il tema della didattica a distanza e della strumentazione che serve e ricordiamo che a livello diocesano è stato attivato ed è ancora aperta la possibilità do contribuire, anche per chiedere aiuto per le nuove accoglienza che risultano essere attualmente limitate dalla necessità del distanziamento nelle strutture che sono già esistenti. Confidiamo che a breve davvero possono aprire le strutture di emergenza da parte del Comune, che possano in qualche modo anticipare le aperture per dare una risposta dignitosa anche a chi è senza dimora. Da parte nostra – conclude il presidente di Caritas - stiamo attivando anche uno spazio ulteriore per poter far mangiare la gente insicurezza distanziati ma seduti. Viviamo un tempo che non avremmo mai pensato di vivere”.

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