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Cronaca Molinetto / Viale della Villetta

Lapide Rsi, gli ex-partigiani non ci stanno: "Rimuovetela subito"

Le associazioni ex-combattentistiche unite contro la decisione dell'Amministrazione Comunale di ricollocare al cimitero della Villetta il marmo dedicato ai repubblichini

Gli ex-partigiani non ci stanno. Le associazioni ex-combattentistiche di Parma unite contro la ricollocazione della lapide dedicata ai caduta della Repubblica Sociale Italiana presso il cimitero della Villetta. Anpi, Alpi e Anpc in una nota esprimono lo sdegno per la decisione presa dall'amministrazione comunale e lamentano un deficit di confronto sul tema. A non andar giù soprattutto la nuova incisione che lega l'Rsi al 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia.

La lapide, inaugurata il 2 giugno in sordina e tra le polemiche, è stata ricollocata al cimitero dopo la rimozione da parte di un giovane, indignato per il riconoscimento pubblico dei fascisti di Salò, che pochi giorni dopo la collocazione si è recato alla Villetta in pieno giorno. Molti pensavano che la lapide non sarebbe mai più tornata, invece dopo l'intervento del marmista uno degli oggetti delle forti polemiche degli ultimi mesi è ritornato al suo posto. La lapide è collocata più in alto, forse per scongiurare altri gesti diretti di protesta. Pochi giorni fa l'Amministrazione Comunale aveva partecipato alla commemorazione dell'uccisione di sette partigiani in Piazza Garibaldi il 1° settembre 1944.


LA LETTERA DELLE ASSOCIAZIONI

Egregio Signor Sindaco,

ritenevamo che, prima di assumere una decisione in ordine alla lapide dedicata ai caduti della repubblica fascista di Mussolini, Ella, passata la bufera che ha investito l’Amministrazione Comunale, ci avrebbe convocati per discutere l’argomento. Invece, amaramente, ci siamo trovati di fronte al fatto compiuto del ricollocamento della stessa lapide nel cimitero della Villetta, quasi in coincidenza dell’incontro in Piazza Garibaldi ove commemoravamo, assieme all’Amministrazione Comunale, i Partigiani torturati ed assassinati da quel regime al quale aderirono i caduti cui la lapide è dedicata; regime che conculcava i più elementari diritti delle genti e che, durante l’occupazione tedesca, fucilava, impiccava, torturava ed inviava nei campi di sterminio tedeschi chi si batteva per un mondo migliore contro “regimi” – come li definì il Papa polacco – “incompatibili con la dignità dell’uomo”.

Noi rispettiamo tutti i morti ed il dolore delle loro famiglie, ma non possiamo non rilevare il significato storico e politico che assume l’iniziativa, soprattuttto in relazione all’aggiunta della seconda lapide con la quale l’associazione dei caduti e dei dispersi della R.S.I., oltre ad assumersene la paternità, vuole sfruttare una ricorrenza, il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che appartiene a tutti gli italiani e non certamente al fascismo che, storicamente, non affondava le sue radici nel Risorgimento. Non le sfuggirà, infine, che l’iniziativa, speculando sui morti, si presta ad un tentativo di rivalutazione del fascismo che non può trovare spazio in una città come Parma, decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare per il suo contributo dato alla lotta contro i “nemici dell’umanità”, come li definì Luigi Einaudi. Auspicando che Ella provvederà a far rimuovere la lapide in oggetto, restiamo in attesa di Suo cortese riscontro e porgiamo distinti saluti.
A.N.P.I, A.L.P.I e A.NP.C. Sedi provinciali Parma

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