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Cronaca Roccabianca

Laterlite, il Comitato sulle certificazioni: "Riguardano aspetti procedurali"

Il Comitato di Rubbiano sottolinea che nonostante l'azienda abbia ottenuto le certificazioni ISO 14001 e OHSAS 18001 "le diossine, i metalli pesanti e i PCB non sono sostenibili"

"Apprendiamo da un articolo pubblicato martedì 11 settembre -si legge in una nota del Comitato Rubbiano per la vita- che Laterlite ha ottenuto le certificazioni ISO 14001 e OHSAS 18001 per il proprio stabilimento di Lentella. Nell'articolo la Direzione aziendale esprime una viva soddisfazione per questo risultato che dimostrerebbe uno sviluppo sostenibile e nel rispetto dell'ambiente. Da Comitato di cittadini impegnato per la tutela del nostro territorio vorremmo segnalare che gli stabilimenti di Laterlite sono dei co-inceneritori che utilizzano rifiuti speciali pericolosi come combustibili “alternativi” e sono pertanto da considerare tutt’altro che virtuosi e sostenibili".

LA POSIZIONE DI LATERLITE

"In particolare lo stabilimento di Rubbiano di Solignano, già dotato di bollino ISO 14001, brucia 65 mila tonnellate all’anno di questi rifiuti. I co-inceneritori, come gli inceneritori, non sono attività sostenibili, anzi sono impianti impattanti ed inquinanti. Questo è riconosciuto anche dagli enti stessi che rilasciano le autorizzazioni, nonché dall’AUSL, che proprio nell’area di maggior ricaduta delle emissioni dello stabilimento di Rubbiano ha previsto di eseguire indagini epidemiologiche (Piano di Zona 2010, documento sottoscritto dai sindaci di tutto il distretto sanitario).

"Nemmeno le diossine, i metalli pesanti e i PCB che Laterlite emette in atmosfera sono sostenibili, dato che queste sostanze sono cancerogene (così come classificati dall’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità) e l’obiettivo generale dovrebbe essere quello di ridurne drasticamente la produzione, a partire proprie dagli impianti privati che potrebbero utilizzare gas metano nei propri cicli produttivi".

"Le certificazioni ambientali, rilasciate da enti terzi, sono diventate di moda negli ultimi anni. Questi attestati riguardano più che altro gli aspetti procedurali e gestionali degli impianti/stabilimenti, senza entrare nel merito vero e proprio della tutela ambientale e sanitaria del territorio. In sostanza anche un inceneritore può ottenere la benedizione ISO, purchè gestisca in modo corretto, secondo lo standard, procedure, cicli produttivi, materiali e rifiuti, tracciabilità e tutto ciò che possa rientrare nella gestione operativa e documentale del processo. Questo non toglie che se un’attività è inquinante, tale rimane".

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