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Cronaca

Dissesto in Appennino, il 4 giugno Laura Boldrini incontrerà una delegazione di Parma

La presidente della Camera riceverà, nel suo ufficio di Montecitorio alle 10.30, i parlamentari di Parma, il presidente della Provincia e i sindaci dei Comuni colpiti dalle frane

Laura Boldrini ha ascoltato la richiesta d’aiuto giunta da Parma, rendendosi disponibile per un incontro con le istituzioni rappresentative dei territori colpiti dal maltempo e dalle frane che hanno prodotto danni ingenti alla viabilità, all’economia e ai cittadini. Un disastro da 50 milioni di euro. La presidente della Camera riceverà il prossimo 4 giugno, nel suo ufficio di Montecitorio alle 10.30, una delegazione composta dai parlamentari di Parma – l’onorevole Patrizia Maestrie il senatore Giorgio Pagliari –, dalla Provincia (con il presidente  Vincenzo Bernazzoli e l’assessore alla Difesa del Suolo Ugo Danni), dai sindaci dei Comuni di Tizzano (Amilcare Bodria), Corniglio (Massimo De Matteis) e Neviano (Alessandro Garbasi), dai presidenti delle Comunità Montane Est (Claudio Moretti)e Ovest (Luigi Bassi), dal presidente dell’Asp del comprensorio Est (Marco Giorgi).

I parlamentari Maestri e Pagliari, autori della lettera con la quale, 10 giorni or sono avevano illustrato alla Boldrini la drammatica situazione che sta vivendo l’Appennino parmense, sono stati immediatamente contattati dallo staff della Presidente e poche ore fa è giunta loro la conferma del vertice. “La nostra gente, il nostro territorio, da tempo ci chiedono di non essere abbandonati dallo Stato in questo momento critico. Un sentimento che avevamo segnalato alla Presidente Boldrini, che non a caso ha voluto dare un segnale di forte solidarietà e vicinanza al parmense. Un altro passo in avanti che ci aiuterà nella ricostruzione – spiegano Maestri e Pagliari  –, non menoimportante del recente riconoscimento dello stato d’emergenza e dei primi finanziamenti stanziati dal Governo. Non meno importante, ancora, degli impegni che il neo Ministro dell’Ambiente si è assunto parlando del varo di un Fondo nazionale per la difesa del suolo e di una nuova politica ambientale basata sulla prevenzione del rischio idrogeologico, cui far confluire parte dei 3 miliardi di euro oggi bloccati dalla regole ingiuste del Patto di stabilità interno”.

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