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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Lavagetto sospeso tratterrà il 50%. E Villani rinuncia alla "carità"

Come previsto, la scure del 'decreto anticorruzione' si è abbattuta anche sul consigliere regionale Giampaolo Lavagetto. L'Assemblea legislativa ha deciso il taglio dell'indennità. Villani rinuncia al 10% dell'indennità: "Non voglio la carità"

Come previsto, la scure del 'decreto anticorruzione' si è abbattuta anche sul consigliere regionale Giampaolo Lavagetto, sospeso a fine agosto dall'incarico e per il quale oggi l'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna ha deciso il taglio di indennità. Già assessore dell'ex giunta comunale di Parma travolta da inchieste, condannato in primo grado per peculato nell'uso del cellulare di servizio (ma si è sempre detto innocente), era subentrato all'ex capogruppo del Pdl in Regione, Luigi Villani, sospeso dallo stesso decreto dopo gli arresti domiciliari per l'inchiesta parmigiana Public Money.

Lavagetto dovrà restituire quanto percepito fin dal 21 maggio 2013, trattenendo solo il 50% dell'indennità, che gli spetta in quanto consigliere sospeso. La stessa quota che continua a percepire Villani, almeno fino al 4 ottobre quando si terrà la prima udienza del processo a suo carico. Questa situazione porta ad avere 'un consigliere al prezzo di tre', come ha detto l'ex M5S Giovanni Favia, visto che Lavagetto, secondo della lista Pdl a Parma alle regionali 2010, anche se poi fuoriuscito dal partito lascerà il posto alla terza in lista, Cinzia Camorali.

LAVAGETTO: 'DECISIONE CHE NON E' NE' CARNE NE' PESCE'. "La paradossale situazione -si legge in una nota di Lavagetto- che si è creata nell’Assemblea Legislativa della regione E-R è frutto dei limiti e dei difetti della disciplina sanzionatoria della sospensione di diritto dalla carica elettiva, a cui si sommano le lacune burocratiche del sistema giudiziario del nostro Paese. Della nota  vicenda dei 408 euro a carico del mio telefonino di servizio, dopo le scioccanti dichiarazione dell’ex Direttore generale del Comune di Parma per le quali ipotizza si sia trattata di una colossale montatura politica ai miei danni e alla luce dell’altrettanto chiara recente relazione degli uffici comunali in cui si certifica che tutta la gestione della vicenda si svolse a mia totale insaputa è ormai più che chiara a tutti la dinamica. Quello che, forse, è meno noto è che  mentre ormai da quasi due anni sto invano attendendo che lo Stato almeno fissi la data del processo di Appello, oggi lo stesso Stato mi sanziona con la sospensione temporanea di 18 mesi dal consiglio regionale poiché ancora non ho dimostrato la mia innocenza proprio in quel processo di II grado che esso ritarda a celebrare. In uno Stato che disciplina per legge le tempistiche in cui nel giusto processo si devono celebrare i vari gradi di giudizio, appare grottesco che a pagare i danni di eventuali ritardi sia il Cittadino.

E’, però, la stessa disciplina della sospensione temporanea per un cittadino-eletto in assenza di una sentenza definitiva a mostrare i suoi limiti. Infatti, o il legislatore, forzando la nostra Costituzione, si assume la responsabilità che per le cariche elettive vale il principio che si è colpevoli fino a prova contraria, prevedendo la decadenza anche per chi non è sottoposto a sentenze definitiva, oppure, in linea con i dettami costituzionali del nostro Paese, soprattutto alla luce delle gravi carenze del proprio sistema giudiziario, preserva anche per i cittadini-eletti il principio che ogni cittadino è innocente fino ad eventuale condanna definitiva, quindi non sottoponibile ad alcuna sanzione che colpisca il suo diritto di elettorato passivo. Invece, ci troviamo con una decisione che non è ne carne ne pesce e che alla fine lede sia i diritti del cittadino-eletto e dei suoi elettori che quelli della dignità dell’assemblea legislativa di appartenenza. Alla luce di tutto ciò, la revisione della somma di assegno di indennità per i consiglieri sospesi appare come una comprensibile conseguenza di questa aberrante situazione".​

RETTIFICA: 'L'ORDINE DEL GIORNO E' STATO PRESENTATO SOLO DA FAVIA'. Contrariamente a quanto riportato, l’ordine del giorno riguardante la proposta di riduzione al 10% dell’indennità per i consiglieri sospesi è stato presentato dal consigliere regionale indipendente appartenente al gruppo misto Giovanni Favia, e non da altri gruppi politici. Allego Odg e frammento video seduta consiglio.

La discussione si è conclusa approvando a larga maggioranza (con il centrosinistra, a favore anche Lega, M5S, Udc e Favia) un ordine del giorno che vuole ridurre a zero quell'indennità: proposta da M5s al 10%, la quota è stata azzerata con un emendamento del capogruppo Pd, Marco Monari, che ha preannunciato anche una proposta di legge da concordare in sede di capigruppo. Contrario il Pdl: il capogruppo Gianguido Bazzoni ha letto in Aula una lettera di Villani che boccia quel 10%, per lui 310 euro, come 'esborso caritatevole' e criticando la proposta come ''giustizialista e ipocrita'', che non tiene conto della 'presunzione di innocenza'. Mi sembra che le leggi regionali parlino sufficientemente chiaro su quanto si debba assegnare ma avverto un'aria giustizialista e ipocrita''. Per questo ''intendo rinunciare a qualunque forma di indennità per la mia situazione di sospeso fino a quando non potrò rientrare nelle mie funzioni di consigliere regionale''.
  
"Preciso, infatti, a scanso di equivoche e superficiali notizie diffuse anche da alcuni media, che ricevo un assegno di circa 1.560 euro netti e che quindi se passasse la linea dell'ulteriore drastica riduzione, ammonterebbe in tutto a circa 310 euro''. ''Come hanno sottolineato - prosegue - recentemente e pubblicamente alcuni consiglieri di diverse sensibilità politica, che ringrazio ancora per l'onestà intellettuale dimostrata, si dovrebbe stare attenti a non cadere nell'arbitrio verso una persona che non ha ancora subito alcun tipo di condanna. Mi preme peraltro ricordare che il nostro ordinamento giuridico è formalmente garantista, anche se lo dovrebbe essere molto di più sostanzialmente, proprio grazie a quella Costituzione che per molti anche nella nostra Assemblea legislativa regionale è una specie di bibbia intangibile e appunto stabilisce la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva''.

''Detto questo però - sottolinea - non voglio mettere in imbarazzo nessuno, in particolare gli amici del gruppo Pdl e quelli di altri gruppi che in un momento così difficile della mia vita non mi hanno fatto mancare amicizia e solidarietà. Non voglio carità, sto peraltro riprendendo ad esercitare la mia professione di chirurgo, ma solo di poter dimostrare la mia innocenza''.

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