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Cronaca

Legge di Stabilità, Pizzarotti: "Se tagliano un altro miliardo e mezzo si rischia la rivolta"

Duro intervento del presidente dell'Anci Fassino: sospesa la concertazione. Pizzarotti commenta su Facebook: "L'Italia si risolleva risolvendo i problemi, non creandone continuamente di nuovi. Questa è una vergogna"

"Se i sindaci fossero oggi in Parlamento non voterebbero la fiducia, perché questa legge di stabilità è un atto che disconosce il nostro ruolo garantito dalla Costituzione": parole dure pronunciate da Piero Fassino, sindaco di Torino e Presidente nazionale ANCI, a conclusione dell’incontro dei sindaci a Roma, alla quale è intervenuto anche Federico PizzarottiFassino, a nome di tutti i sindaci, ha preannunciato che da oggi, per sottolineare il proprio dissenso, l’ANCI sospende la partecipazione alle sedi di concertazione. 

PIZZAROTTI SU FACEBOOK: 'E' UNA VERGOGNA'. "Con la nuova legge di stabilità -scrive il primo cittadino su Facebook- il Governo toglierà un altro miliardo e mezzo ai Comuni, con un grave danno per milioni di famiglie, che si vedranno erogare meno servizi. Pd e Forza Italia dal 2007 non fanno che prelevare dalle casse delle città miliardi di euro, soldi strappati agli asili, alle scuole, ai centri culturali, alla sicurezza, alla riqualificazione delle strade o dei nostri parchi. Tolgono soldi per i servizi al cittadino, ma trovano 6 miliardi per provvedimenti del tutto inspiegabili, come, tra gli altri, 35 milioni a sostegno dell'emittenza radio televisiva, di cui non se ne comprende il senso, il significato e l'utilità. L'Italia si risolleva risolvendo i problemi, non creandone continuamente di nuovi. Questa è una vergogna".​

Se nulla cambierà, il 29 gennaio 2014 i sindaci si ritroveranno a Roma "per una assemblea straordinaria nella quale valuteranno ulteriori forme di mobilitazione, qualora le loro richieste fossero disattese". Fassino ha inoltre annunciato che oggi stesso scriverà al Presidente della Repubblica per chiedere un incontro, nel quale porterà "in modo autorevole e formale il profondo disagio di tutti i sindaci italiani". Un secondo incontro "urgente" verrà chiesto al presidente del Consiglio Letta per esortare il primo ministro ad "adottare, entro fine anno, un provvedimento che consenta di assicurare ai Comuni le risorse necessarie per garantire i servizi ai cittadini".

I sindaci chiedono al Governo "un sussulto di consapevolezza e responsabilità" per cambiare una legge di stabilità che "configura una secca e inaccettabile riduzione di risorse ai Comuni per circa un miliardo e mezzo di euro”. In sostanza si chiede che il governo vari nel Consiglio dei ministri del 27 dicembre un decreto correttivo per restituire ai Comuni il miliardo e mezzo sottratto con la legge di stabilità, che di fatto – introducendo la nuova “service tax” riduce al 2,5 per mille l’aliquota per la prima casa, pregiudicando per gli enti locali la possibilità di erogare servizi essenziali quali trasporto pubblico e spese sociali. 

“Se il nodo delle risorse mancanti non verrà risolto - ha aggiunto il presidente Anci - anche il prossimo anno ci troveremo a chiudere i bilanci in novembre. Questo è inaccettabile come è inaccettabile subordinate gli interessi di Comuni e cittadini alle logiche politiche nazionali".Infine il presidente Anci ha invitato i senatori a rivedere la parte della mini-Imu, in questi giorni all'esame di Palazzo Madama. Se non modificata, la norma andrebbe a gravare per il 40 per cento delle maggiori aliquote sulle tasche dei cittadini. "Si tratta di circa 350 milioni di euro - ha sottolineato il sindaco di Torino -, i gruppi senatoriali valutino un decreto correttivo per evitare di scaricare maggiori oneri sulle famiglie".

Altrettanto duro il commento del sindaco di Parma Federico Pizzarotti: “Se taglieranno questo altro miliardo e mezzo ai Comuni, e quindi ai cittadini, che sono già allo stremo, rischiano la rivolta. Il Governo del PD e del Centro Destra – afferma Federico Pizzarotti – non si rende conto di quanto stia mettendo a rischio la tenuta sociale del Paese. Questo Governo è uguale agli altri, fondato sul prelievo forzoso dalle casse dei Comuni, con grave danno per milioni di famiglie italiane”.

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