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Cronaca

Festa del Sacrificio: il Natale arabo tra diffide e polizia

Nonostante le proteste degli artigiani e il mancato riconoscimento del Centro Islamico da parte della Provincia, in moschea si è tenuta la festa del sacrificio. Nessun problema di ordine pubblico, tanta polizia e poco traffico

È la festa più importante per un miliardo di musulmani nel mondo. Un Natale arabo, in cui si festeggia la fede in Allah. Stamattina dalle 8.30 alle 9.30 nella moschea di via Campanini si è tenuta la preghiera rituale della giornata del sacrificio, ma con una variante, la presenza di polizia, vigili e carabinieri. A seguito delle proteste da parte del comitato degli artigiani che vede tra gli esponenti di spicco Cesare Piazza paladino della lotta antimoschea nel quartiere PIP le forze dell’ordine hanno presidiato l’entrata del centro islamico e la casa dell’artigiano che da tempo sollecita le autorità alla chiusura dell’unico luogo di culto della comunità musulmana a Parma.

“Non va bene che i bambini vedano tutta questa polizia, – afferma una donna prima di entrare in moschea – so che sono qui per tutelarci, ma è una cosa inaudita, non era mai successo. Sono secoli che festeggiamo l’Id al-adha, non è una cosa che ci siamo inventati per dar fastidio agli artigiani. Siamo tutte famiglie, non facciamo niente di male, veniamo a pregare un ora prima di iniziare i festeggiamenti. Per noi è un’occasione per stare insieme e far socializzare i bambini. Piazza vuole che ce ne andiamo, ma questo edificio lo abbiamo comprato, come è padrone lui, lo siamo anche noi”.

Festa del Sacrificio

Alla cerimonia erano presenti anche il consigliere Maurizio Vescovi e delle esponenti del Forum Interreligioso che hanno affermato di essere in via Campanini “per vedere questa bellissima festa. C’è tanta gente, non possiamo non tenere conto delle loro esigenze di culto”. Eppure la Provincia pare non assecondare questa visione e con una diffida ha avviato il procedimento per l’espulsione del Centro Islamico dall’elenco delle associazioni culturali di promozione sociale, perché finalizzata al culto religioso.

“Come antropologo posso dire che è una scelta insensata - dichiara Farid Mansouri presidente del Centro – un’associazione che fa yoga, quindi meditazione può essere un’associazione di promozione sociale e noi no?”. Intanto Cesare Piazza che con i suoi esposti ha sollecitato la Provincia ad adottare questo provvedimento trincerato nella propria officina non risponde alla stampa, pur ringraziando con cortesia per l’attenzione rivoltagli, alla fine della manifestazione esce ed inizia a fare foto ai fedeli. L’evento nonostante gli allarmismi dei giorni passati non ha creato alcun problema di ordine pubblico, né per i rumori, né per il rallentamento del traffico, né per le manovre di camion e Tir. Anzi come confermato dagli agenti di polizia “l’unico camion che è passato era uno dei confratelli”.  

 

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