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Cronaca Noceto

Cava di Noceto, 7 indagati: manganese 15 volte superiore al limite di legge

Un tecnico della Dda ha rilevato la presenza del metallo pesante. Sette indagati, tra cui due tecnici Arpa ancora in servizio e un tecnico del Comune di Noceto. La replica della Bellicchi Dante Srl

LA REPLICA DELLA BELLICCHI DANTE SRL - Con riferimento alla diffusione degli articoli apparsi in data 18 maggio alle ore 14.08, nonchè in data 19 maggio 2016 alle ore 8.25, nella edizione online del giornale ParmaToday, contenente commenti sulla vicenda giudiziaria relativa al sequestro della cava 'Ghiaie di mezzo' in località Noceto, si precisa nell'interesse della società Bellicchi Dante srl quanto segue: 

La episodica e contingente presenza di manganese riscontrata nei prelievi operati da piezometri del sito di proprietà della Bellicchi Dante Srl, in località Noceto, si riferisce ad una concentrazione che non indica situazioni di pericolo, e che non risulta nemmeno confermata nelle serie storiche precedenti, bensì è correlata a valori di riferimento per la falda. Il manganese rappresenta in particolare un parametro cd. ubiquitario, la cui presenza e concentrazione in tutta la zona del parmense è da anni oggetto di verifiche e monitoraggi svolti dagli Enti pubblici che hanno confermato la sussistenza di una presenza di fondo di carattere naturale (si veda l'ultimo report annuale 2015 Arpa Emilia-Romagna). L'accertamento disposto dalla Magistratura, che si sta svolgendo in contraddittorio con gli esperti delle parti interessate, ed è tuttotra in corso, ha assodato come i materiali attenzionati si riferiscano ad una specifica materia prima secondaria (c.d. M.P.S) prodotta con un ciclo industriale tipizzato e specificatamente autorizzato, sulla cui efficenza vertono le indagini. Tutti gli accertamenti sin qui svolti hanno dato precisa conferma che, prescindendo dalla classificazione dei materiali come M.P.S. in nessuna aliquota prelevata ed analizzata vi siano rilevate concentrazioni indicative di una pericolosità: i materiali possono dunque definitivamente considerarsi, ove rifiuti, come non pericolosi. Il loro impiego nella ripiena e nella rimodulazione morfologica del sito interessato dalla attività estrattiva precedente (pure autorizzata) era stato espressamente oggetto di un provvedimento di assenso delle competenti autorità amministrative e paesaggistiche al fine di consentire l'attuazione della convenzione di ricollocazione  del frantoio industriale della Bellicchi Dante Srl e della sua delocalizzazione dalla attuale sede ove è attivo, posta nel perimetro del parco del Taro. La società ha già rappresentato al Magistrato competente la propria disponibilità ad attivare il previsto procedimento amministrativo per le verifia degli obiettivi di qualità ambientale dell'area, in vista della prosecuzione delle attività del frantoio autorizzato. In ogni caso il bacino acquifero della zona interessata dalle indagini non risulta oggetti di  prelievo diretto ai fini del consumo umano

Rifiuti da tutta Italia nella cava 'Ghiaie di Mezzo' in via Gandiolo a Noceto. E' questa l'accusa nei confronti di una ditta che ha sede nel comune in provincia di Parma e che ha dato avvio all'indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, che ha eseguito il provvedimento di sequestro dell'area di sei ettari nel gennaio del 2016. In uno dei quattro piezometri posti nella cava è stato rirovata una quantità di manganese 15 volte superiore ai limiti di legge. Dal Testo Unico per l'Ambiente risulta che il limite del maganese per le acque sotterranee è di 50 micro/l, quindi sarebbe stato trovato manganese per 750 micro/l. 

I rilevamenti sono stati effettuati dal consulente tecnico della Direzione distrettuale Antimafia di Bologna, L'Azienda Usl però "ha escluso pericoli per la salute derivanti dall'uso dell'acqua di falda contenente un'elevata concentrazione di Manganese" e il sindaco Fabio Fecci ha dichiarato: "L'ultima nota, inviata dal servizio di Igiene Pubblica, dice che la situazione non provoca danni per la salute ma siamo in attesa dei risultati delle analisi". Gli Enti preposti prevedono un'eventuale operazione di bonifica, come si legge nella nota di Arpae: "Durante la Conferenza dei servizi convocate da Arpae nel febbraio 2016, alla presenza inoltre di Azienda USL e Comune di Noceto, è stato deciso, anche a seguito delle ulteriori indagini svolte, di verificare i presupposti per l'apertura di eventuali operazioni di bonifica". E' stata convocata anche una Commissione consiliare ambiente. 

GLI INDAGATI - Nell'ambito dell'inchiesta della Dda sette persone sono indagate per traffico di rifiuti e danneggiamento ambientale: si tratta dei titolari dell'azienda di Noceto, il consulente ambientale della ditta che è un ex-funzionario di Arpae, tre tecnici dell'Arpa ed un tecnico del Comune di Noceto, che non sappiamo se sia o meno stato sospeso dal suo incarico, in seguito alle indagini. Due dei tecnici Arpa indagati sono ancora in servizio mentre l'ex-dirigente indagato è andato in pensione alla fine del 2011. Arpae ha avviato un'istruttoria interna all'Agenzia "per la conclusione della quale saranno fondamentali gli esiti dell'attività giudiziaria". 

LA POSIZIONE DI ARPAE - "Il ritrovamento di elevate quantità di Manganese -si legge in una nota di Arpae- in alcuni dei piezometri di controllo della falda acquifera, nel corso delle indagini giudiziarie relative alla Cava di Noceto, ha riacceso l'attenzione dei media su questa vicenda, apertasi nel gennaio scorso. La Direzione distrettuale antimafia (competente per legge in merito a questo tipo di reati) ha aperto una indagine per traffico di rifiuti, ipotizzando il tombamento della cava con rifiuti.

Relativamente alle attività di valutazione della situazione svolte sino ad ora, durante la Conferenza dei servizi convocate da Arpae nel febbraio 2016, alla presenza inoltre di Azienda USL e Comune di Noceto, è stato deciso, anche a seguito delle ulteriori indagini svolte, di verificare i presupposti per l'apertura di eventuali operazioni di bonifica. Inoltre, come emerso in Conferenza dei servizi e come ricordato in queste ore ai media dal Sindaco di Noceto, l'Azienda USL ha escluso pericoli per la salute derivanti dall'uso dell'acqua di falda contenente un'elevata concentrazione di Manganese.

Tra gli indagati figurano un ex Dirigente di Arpa, in pensione dalla fine del 2011 e tre operatori del territorio, due dei quali tutt'ora in servizio. In merito all’indagine, Arpae collabora attivamente con il Corpo Forestale dello Stato, incaricato delle indagini, al fine di giungere nel più breve tempo possibile alla più completa chiarezza e trasparenza in merito ad eventuali responsabilità del personale coinvolto, relativamente al quale venne immediatamente avviata una istruttoria interna all'Agenzia, per la conclusione della quale saranno fondamentali gli esiti dell'attività giudiziaria.

Sulla posizione dell'ex dirigente di Arpa attivo in qualità di consulente tecnico dell'Azienda coinvolta, Arpae ha appurato che tale attività è iniziata trascorso il periodo di tempo dal pensionamento previsto per legge. Pertanto non ha potuto evidenziare alcun ostacolo normativo al suo svolgimento, ma solo ragioni di opportunità".

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