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Cronaca Collecchio

Nubifragio, danni per decine di milioni: ma i soldi non arriveranno

Il decreto "milleproroghe" del governo prevede addirittura un aumento delle tasse per i cittadini delle comunità colpite da calamità naturali. Le parlamentati Motta e Soliani (Pd): "Chiederemo risorse"

DANNI PER DECINE DI MILIONI DI EURO
Circa 400 fabbricati allagati di cui la maggioranza abitazioni ma anche diverse unità produttive, due case protette con l'acqua che è entrata nei piani bassi, da tre a cinque le strade comunali ancora interrotte. E' questo il bilancio del nubifragio che ha colpito il parmense, fatto in mattinata al tavolo di crisi: stime più precise saranno fatte nei prossimi giorni, ma si stima che i danni possano essere quantificati in decine di milioni. Dei ponti danneggiati due in particolare preoccupano, quello di Talignano a lato dell'omonima osteria e più a valle quello vicino alla Corte di Giarola.

"Complessivamente sono una novantina le persone che da ieri pomeriggio e nel corso della notte sono intervenute - ha detto il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli - ci sono state frane, sradicamenti, tante esondazioni". Un apprezzamento alla "tempestività e massività con cui si é agito" è venuto dal prefetto di Parma Luigi Viana che ha ricordato l'impegno nella notte dei Vigili del fuoco e delle forze dell'ordine intervenuti per tamponare le emergenze e mettere in sicurezza le situazioni a rischio. Ormai il copione è lo stesso, esattamente come un anno fa a Fontanellato e Busseto. Tanta acqua, troppo in fretta che porta via accumulando tutto quello che incontra.

In quelle zone grazie a un finanziamento della regione si procederà con un intervento strutturale per dotare il cavo Ramazzone di casse di espansione. "Il quadro sia nazionale che regionale dopo provvedimenti discutibili come il mille proroghe - ha detto il capo della protezione civile regionale Demetrio Egidi - ci rende molto difficile dare riscontro ai danni dei privati mentre sul versante delle strutture pubbliche siamo disponibili a esaminare le criticità che si sono venute a creare".

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Alluvione nel parmense


SOLIANI E MOTTA IN PARLAMENTO
La deputata Carmen Motta e la senatrice Albertina Soliani hanno annunciato che presenteranno oggi un atto specifico, a livello parlamentare e soprattutto rivolto al Governo, affinché dopo la proclamazione dello stato di emergenza, si provveda ad intervenire con le risorse necessarie per restituire alla normalità i territori del parmense colpiti dal nubifragio di ieri e per rimettere in sicurezza il muro e i Giardini della Rocca di Sala Baganza, da pochissimo inaugurati e che devono tornati ad essere fruibili".

"Dopo le piogge torrenziali che hanno colpito in modo assai grave alcuni comuni della pedemontana, compreso Fornovo Taro, siamo andate su invito del sindaco Cristina Merusi a verificare gli ingenti danni a Sala Baganza, forse il Comune più colpito, che ha visto la morte di uno dei suoi abitanti - hanno riferito le due parlamentari Pd - L'eccezionale nubifragio ha causato l'esondazione del Rio delle Ginestre e del Rio Scodogna. Abbiamo potuto constatare come il Comune e la Protezione civile locale, provinciale e regionale si siano immediatamente attivati per far fronte a i danni, ma abbiamo potuto anche verificare che tanti cittadini hanno avuto le abitazioni allagate e ora sono impegnati per ripristinare la normalità".

EFFETTO DEL "MILLEPROROGHE" SULLE CALAMITA' NATURALI
La Commissione Protezione Civile del 16 marzo 2011 ha valutato gli effetti del cosiddetto decreto milleproroghe sugli eventi calamitosi, valutando le difficoltà di gestione da parte delle Regioni, come ha potuto verificare la Regione Marche nell’affrontare le problematiche della calamità naturale verificatasi nel proprio territorio. La prima calamità avvenuta dopo l’approvazione definitiva del decreto milleproroghe convertito in legge nazionale (legge n. 10 del 26/2/2011).

La legge crea il rischio che le Regioni non siano in grado di fornire adeguate risposte in occasione di calamità naturali, sia per il mancato finanziamento  del Fondo regionale per la Protezione Civile di cui alla L. 388/2000, ponendo tutti gli interventi in carico ai bilanci regionali, sia per il necessario controllo preventivo di legittimità della Corte dei Conti rispetto ai provvedimenti adottati.

Sul primo punto la legge pone a carico delle Regioni l’onere di reperire le risorse all’interno del proprio bilancio. Nel caso, tutt’altro che remoto, che il proprio bilancio non sia sufficiente, di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali e delle aliquote fino al limite massimo consentito e, in ultima battuta, di elevare ulteriormente l’imposta regionale sulla benzina fino ad un massimo di 5 centesimi al litro oltre il tetto consentito. Dopo aver attivato tutte queste misure le Regioni potranno accedere al Fondo nazionale di Protezione Civile. Quindi, in una regione alluvionata, le persone già danneggiate dal disastro naturale pagheranno la benzina più cara e più tasse, mentre le industrie duramente danneggiate dagli eventi alluvionali si ritroveranno a pagare l’IRAP nella misura massima prevista. Tutto questo ignorando ogni forma di solidarietà.

Sul secondo punto (controllo preventivo di legittimità della Corte dei Conti sui provvedimenti),  l’attesa di alcuni giorni per ottenere il pronunciamento della Corte dei Conti può pregiudicare in modo irrimediabile l’efficacia degli interventi di soccorso. In questo senso, la legge dice che il Commissario delegato può intervenire assumendosi la responsabilità di dichiarare i provvedimenti provvisoriamente efficaci. Una responsabilità che, di fatto, potrebbe paralizzerebbe gli interventi per timore delle ripercussioni successive.

Le Regioni hanno, infine, ravvisato principi di incostituzionalità nella L.225/2011 in quanto la normativa risulta adottata unilateralmente, in totale assenza di confronto con le Regioni.

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