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Cronaca

L'Oltretorrente abbandonato, i commercianti: "Non c'è più niente"

Significativo l'appello di una giovane studentessa: "Che ci vengo a fare qua? Non c'è nessuno"

Il grido di dolore di un quartiere storico di Parma. Lo avevamo già trattato questo tema che ritorna frequente. E che viene sorretto nella tesi di abbandono e degrado anche dai freddi numeri diffusi dall’Ascom: 35 i negozi sfitti, in via Bixio e in via D’Azeglio, il 30% in più tra il 2015 e il 2016; un quarto dei residenti è costituito da abitanti stranieri, il che concentra moltissimi locali etnici in zona; sul quartiere pende da qualche mese una specie di cappio, che ne ha decretato in parte quell’involuzione pazzesca di cui parleranno anche i commercianti che abbiamo provato a coinvolgere, tra mille difficoltà: quello dell’ordinanza antimovida per cui è vietato dare da bere (ad assetati e non…) dopo un certo orario. “Mentre in centro, ad esempio, si beve fino a notte fonda” dice un gestore di un locale.

Il degrado avanza e dalle 19:00 in poi, quando anche l’Università che contribuisce a tenere vivo il quartiere con le sue biblioteche chiude le porte, ti sembra davvero di vivere in un’altra città: “Le attività fanno molta fatica, un po’ di carenza da parte del comune io la vedo – dice un commerciante – ci sono pochi negozi che riescono a tenere aperte le attività, soprattutto quelli italiani. Non c’è nessuno”. “L’amministrazione valorizza il centro - dice il titolare di un esercizio - l’Oltretorrente è abbandonato e i negozi stanno chiudendo”. “Stanno chiudendo tutti i negozi – afferma una signora - ormai qua non c’è più niente”. Significativo l’appello di una ragazza, probabilmente una studentessa: “Se devo andare a fare un giro non vado certo in Oltretorrente, vado in centro, in via Repubblica. Qua che ci vengo a fare? Non c’è niente”. Il grido di dolore dell’Oltretorrente si leva alto e rischia di rimanere inascoltato.

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