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Cronaca

Omicidio di via Volturno, il cugino di Daniele: "Ci eravamo sentiti prima che morisse"

Il 19enne di Casalmaggiore ucciso a Parma, amava Foggia e la Curva: Sud. Il ricordo del cugino Francesco: "Passavamo insieme le festività natalizie e le vacanze estive"

Ventiquattro colpi inferti mentre dormiva vicino a Maria Teresa, ventiquattro coltellate nel sonno senza possibilità di difendersi, schivarle o scappare

E’ morto così Daniele Tanzi, 18enne orginario di Foggia, la notte tra martedì e mercoledì 5 maggio a Parma in un casolare abbandonato di via Volturno, dove il ragazzo residente a Casalmaggiore (i genitori si erano trasferiti da Foggia poco prima che nascesse) stava trascorrendo la notte in compagnia della sua ragazza, ex di Patrick Mallardo, il 19enne reo confesso dell’omicidio, che già in una occasione aveva tentato di aggredire la vittima. 

“Era un bravo ragazzo, dove lo mettevi lo trovavi. Era umile, dolce, generoso e non dava fastidio a nessuno. Era molto bravo ed evitava sempre di litigare”. Lo ricorda così Francesco, il cugino coetaneo di Foggia con il quale Daniele trascorreva le vacanze estive e le festività natalizie. “Ai suoi funerali gli porterò la sciarpa del Foggia, lui amava andare in Curva Sud, ci eravamo stati quattro volte insieme. Poche ora prima che morisse mi aveva fatto gli auguri del 18esimo compleanno con messaggi e videochiamate". 

Se non fosse stato per le restrizioni del Covid, il 1 maggio Daniele avrebbe raggiunto Francesco per restare a Foggia e festeggiare il 18esimo compleanno del suo cugino preferito. Non è stato possibile. “Noi non abbiamo mai avuto bisogno di dirci tante parole, ci siamo sempre capiti attraverso uno sguardo e a volte non è stato necessario nemmeno quello. Questa è la magia che ci lega e grazie alla quale io ti ho sempre considerato il miglior cugino. Buon compleanno”, il messaggio postato sui social da Daniele a Francesco.

Qualche ora dopo si consumerà l'efferato delitto: la furia omicida dell'ex di Maria Teresa su Daniele, strappato alla vita, nel sonno, con una violenza inaudita, in quel mulino abbandonato dove talvolta i due trascorrevano il loro tempo per non dare fastidio alle famiglie e per vivere con più serenità il loro amore, sbocciato pochi mesi prima.

Due cuori e una capanna buttati giù in una notte di maggio, nel buio e nel dolore, straziante, di chi amava Daniele, ragazzo buono e figlio della nostra terra. 
 

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