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Cronaca

Omicidio di via Volturno - Il racconto shock di Maria Teresa: "Denunciato tre volte, ma nessuno ha fatto niente"

La fidanzata di Daniele Tanzi: "Mi picchiava. Sono andata dalla Polizia, mi hanno detto di tornare con altre prove. Solo perché non avevo un referto dal Pronto Soccorso”

“Non puoi fare più niente, ormai l’ho ammazzato”. Sotto al cappuccio e al ghigno beffardo, di chi sicuramente non si è neanche reso conto di quello che ha fatto, c’era tutta l’ossessione di Patrick Mallardo. Entrato prepotentemente nella vita di Maria Teresa, gliel’ha sconvolta, rivoltata. Segnata. Oltre alla sua di vita, la furia dello zio Pat (come si faceva chiamare dagli amici), ha travolto quella del povero Daniele Tanzi, 18enne di Casalmaggiore, fidanzato di Maria Teresa che nella sua testa aveva osato prendere il suo posto. Un affronto punito con oltre venti coltellate. Una fine ingiustificata, un inizio devastante di sofferenza immotivata, che a vent’anni non o poco meno non si può accettare. Tipo violento, zio Pat, un po’ bullo “aveva provato a mettermi le mani addosso più di una volta” racconta Maria Teresa, anche a casa della madre, dove la ragazza era tornata dopo aver posto fine alla loro storia tesa. “Dopo il tradimento, durante le vacanze di Natale, l’ho lasciato. Non lo amavo più” - racconta Maria Teresa - che ha il polso fasciato. Ferita lievemente da Patrick nella notte della tragedia. Il mulino era il posto sicuro, li erano custoditi i loro sogni, la loro intimità. Li passavano la notte, lontani da giudizi e in pace. Fino a quando un uomo incappucciato, con un coltello, ha piazzato fendenti che hanno stracciato i sogni e materializzato gli incubi. “Pensavo di sognare, mi sono detta: questo è un sogno, ma nessuno mi veniva a salvare. Era la realtà. Ho visto il coltello, dopo essere stata strattonata e spintonata. Cercavo Daniele, ma non rispondeva. Era morto e non lo sapevo. Mi ha minacciata, ho pensato di morire, gli ho chiesto di fermarsi disperata. Che gli avrei dato tutto: si è fermato. Sotto il cappuccio c'era Patrick, avevo pensato fosse lui da come si muoveva ma nella mia testa mi sono detta: non può essere”. E invece è stato. Già in passato, racconta Maria Teresa, aveva cercato di aggredire il ragazzo: “Io sono andata a muso duro verso di lui, gli avevo detto di non permettersi. Ci avevano divisi i nostri amici". Martedì notte è andato al mulino per fargliela pagare. Il procuratore Alfonso D’Avino parla di premeditazione: “Oltre al coltello, aveva anche altri abiti: come un lavoratore che va in fabbrica e si cambia a fine turno - ha detto in conferenza stampa D’Avino”.

Mallardo era evidentemente uno violento, la madre di Maria Teresa dice di averlo denunciato tre volte: “Una sera ha picchiato mia figlia in camera - dice la signora Morena - io da quel momento gli ho detto di non farsi più vedere. L’ho denunciato tre volte alle forze dell’ordine”. Un’altra volta è toccato a Maria Teresa: “Sono andata dalla Polizia, mi hanno detto di tornare con altre prove. Solo perché non avevo un referto dal Pronto Soccorso”. Ora non può fare davvero più niente, se non dimenticare questa storia. Non sarà facile. Le ferite di Daniele le porta anche lei. Dentro l’anima.

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