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Cronaca

Omicidio di Natale: i passi falsi, le messe in scena e il ritorno sul luogo del delitto

Samuele Turco, in carcere insieme al figlio con l'accusa di omicidio aggravato, ha creato consapevolmente una serie di situazioni per coprire le proprie responsabilità: dall'sms all'intervista, fino al finto ritrovamento dei corpi. Perchè si è recato, tre giorni dopo, sulla scena del crimine?

Il duplice omicidio di Natale, a fine dicembre un enigma anche per i poliziotti e gli uomini della Scientifica di Parma e quelli del gabinetto regionale di Bologna, si sta pian piano delinenando ma il quadro non è ancora completo e ci sono molti dettagli sui quali gli inquirenti stanno ancora lavorando. Come prima cosa gli investigatori devono verificare se a compiere materialmente gli omicidi sia stata la mano di una solo persona o di due persone. Stabilire ovvero se le due persone accusate del duplice omicidio, Samuele Turco e il figlio Salvatore Alessio Turco, fossero presenti contemporaneamente all'interno del casolare e se tutti e due abbiano preso parte al delitto. Il figlio ha dichiarato durante un interrogatorio di non aver ucciso nessuno, di essere stato presente nell'area del casolare ma di non aver sferrato le coltellate. In un precedente interrogatorio invece il figlio di 20 anni ha detto di essersi occupato di nascondere e sotterrare il coltello utilizzato dal padre per gli omicidi e di sapere dove si trovavano i cellulari, alcuni tablet delle due vittime e il computer della videosorveglianza.

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