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Cronaca Medesano

Medesano, il ras della camorra Guarino freddato con tre colpi di pistola

Raffaele Guarino era scampato ad un agguato di camorra nel 2005. Come riferì nel 2009 il pentito Giuseppe Manco - detto Peppe o' mostro -, Guarino aveva stretto accordi con gli scissionisti Celeste in guerra aperta con la famiglia Aprea di Barra a Napoli

Un esponente di spicco della camorra, Raffaele Guarino, 47 anni, è stato ucciso a Medesano dove si trovava in libertà vigilata.
E' stato raggiunto da tre colpi d'arma da fuoco al volto nella sua abitazione. A ritrovare il corpo la donna delle pulizie. I carabinieri hanno scatenato una vera e propria caccia all'uomo nella zona.

Quella di Raffaele Guarino è stata una vera e propria esecuzione, consumata a freddo nella notte o verso l'alba (nessuno dei vicino ha detto di aver sentito gli spari) in un tranquillo paese come Medesano. Il camorrista, originario di Somma Vesuviana, è stato ucciso in casa (e non nel garage come era trapelato in un primo momento): abitava in via Fenoglio in un quartiere residenziale del paese.

Il killer (ma non è escluso che in casa sia entrata più di un persona) lo ha forse sorpreso a letto, dove è stato trovato il corpo. Secondo le prime informazioni, la serratura della porta d'ingresso non sarebbe però stata forzata. E' stata la sua collaboratrice domestica a scoprire il cadavere quando, poco prima delle 10, è arrivata per le pulizie. Per qualche tempo in un appartamento vicino aveva abitato (e la vedova vive ancora lì) Salvatore Illuminato, altro campano e suo conoscente, legato a organizzazioni criminali che nel 2003 fu trovato, morto da giorni, nel bagagliaio della sua Fiat Stilo in un parcheggio a Ceretolo di Casalecchio, alle porte di Bologna.

"Guarino era uno che si faceva notare, macchine di grossa cilindrata e apparentemente nessun impegno che ne condizionasse la vita con degli orari. Una cosa questa che lui ostentava: sembrava dire 'faccio quello che mi pare'", ha raccontato un vicino. "Mi è capitato spesso - ha continuato - di sentirlo discutere di soldi con altri uomini che venivano a trovarlo. Tutti a bordo di macchine di lusso, molte con targa tedesca. Io diffidavo, non gli ho mai dato troppa confidenza".

Guarino era arrivato a Medesano nel febbraio scorso, prendendo in affitto l'elegante appartamento. La sua auto, un suv Audi, è rimasta parcheggiata nello stallo sotto casa. Era sottoposto a controllo da parte delle forze dell'ordine. Lo hanno riferito altri vicini di casa che hanno parlato di mezzi dei carabinieri che si spingevano fino al complesso residenziale con "una certa frequenza". Prima di risiedere a Medesano aveva abitato per qualche tempo a Torrile, altro paese della provincia di Parma. Era affidato ai servizi sociali e lavorava per una carpenteria metallica della zona. Le indagini dei Carabinieri sono coordinate dal pubblico ministero Roberta Licci.

Guarino aveva avuto contrasti con il clan Aprea del quartiere napoletano di Barra e nel 2005 era sopravvissuto ad un altro tentativo di omicidio. In quell'occasione furono cinque i proiettili che colpirono Guarino all'addome: dopo un'operazione chirurgica al torace riuscì a salvarsi nonostante la gravità delle ferite.

Per quell'agguato fu arrestato Giovanni Aprea, fratello del boss Vincenzo. L'omicidio era stato ordinato perchè Guarino faceva parte degli scissionisti di Barra insieme al clan Celeste.

"I fatti, che risalgono al 2005, cominciano con l'affronto della famiglia Celeste al clan degli Aprea, capofila delle famiglie di Barra - così Giuseppe Manco, pentito di camorra, in un interrogatorio del maggio 2009. Allora Guarino fu chiamato da Pasquale Aprea che gli propose di uccidere i Celeste. Guarino , invece, andò da Ciro Celeste e gli parlò del piano degli Aprea per farlo fuori. Da qui nasce l'alleanza tra gli scissionisti Celeste-Guarino che portò al tentativo da parte degli Aprea di uccidere Raffaele Guarino nel 2005".

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